Page 163 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                163


               comprendeva il comando, una squadra comando e 2 plotoni mitraglieri (ciascuno
               su 2 squadre mitragliatrici pesanti).
                  La sezione cannoni da 65/17 per Fanteria era assegnata ai reggimenti Granatieri
               e Fanteria di linea ed era composta dal comandante, da un comando di sezione
               (servizi del reparto e specialisti per il tiro e per il collegamento) e 2-3 pezzi (un
               cannone e 28 uomini).
                  Il deposito territoriale, annesso ad ogni reggimento, era strutturato, nei reggi-
               menti Granatieri e Fanteria di linea, su un comando di deposito con compagnia
               deposito, un ufficio mobilitazione e un ufficio d’amministrazione (competente
               nella gestione dei conti, materiali con magazzino e matricola); nei reggimen-
               ti  Bersaglieri  su  un  comando  di  deposito  con  compagnia  deposito,  un  ufficio
               mobilitazione, un ufficio d’amministrazione (conti, materiali con magazzino e
               matricola) e un ufficio materiali gruppo C con magazzino e officina reggimen-
               tale; nei reggimenti Alpini su un comando con compagnia deposito, un ufficio
               mobilitazione e un ufficio d’amministrazione (conti, materiali con magazzino e
               matricola).
                  Negli anni Trenta venivano introdotte alcune novità tra cui la costituzione
               dell’Ispettorato di fanteria (1933); i comandi di brigata alpina assumevano prima
               la denominazione di comandi superiori Alpini (1934) e, poi, quella di divisioni al-
               pine (1935), contraddistinte da numero e apposito nominativo e comprendenti un
               comando, 2 reggimenti alpini, un reggimento di Artiglieria alpina, un battaglione
               misto del Genio e servizi; le brigate acquisivano il nominativo delle corrisponden-
               ti divisioni militari (che diventavano divisioni di Fanteria) e la denominazione di
               «Fanteria di linea» veniva sostituita con quella di «fanteria divisionale» (1935).
               E, ancora, il Reggimento carri armati veniva sciolto e in sua vece si costituivano
               4 reggimenti di Fanteria carrista (1936); veniva creata la Divisione Granatieri
               di Savoia, destinata in Etiopia, e i reggimenti Bersaglieri venivano motorizzati
               e, abbandonate le biciclette, ricevevano in dotazione carri e motocicli (1936);
               veniva ufficialmente istituito un corpo speciale, la Guardia alla frontiera, con il
               compito di rendere le grandi unità interamente disponibili per le operazioni e di
               assicurare l’immediata ed efficace difesa delle frontiere (1937). Infine, nel 1938,
               con l’adozione della divisione binaria, si attuava una trasformazione organica di
               tutto l’Esercito e l’Arma di fanteria veniva organizzata su 51 divisioni, costituite
               con i reggimenti delle brigate di origine; 2 divisioni motorizzate, comprendenti,
               ciascuna, un comando, 2 reggimenti di Fanteria, un battaglione motociclisti, un
               battaglione mitraglieri, un battaglione carri d’assalto, 2 compagnie pezzi da 47, 2
               batterie da 20, un reggimento Artiglieria, un battaglione misto del Genio e servizi
               e, in seguito, un comando, 2 reggimenti di Fanteria motorizzati, un reggimen-
               to Bersaglieri motorizzato, un battaglione mitraglieri motorizzato, 3 compagnie
               cannoni anticarro da 47, un reggimento artiglieria di divisione motorizzata, un
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