Page 167 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                167


               le, ad Afragola, passando alle dipendenze della Divisione Friuli e la Divisione
               Granatieri veniva sciolta e il suo personale in parte utilizzato per formare il 1° e
                                                                         131
               2° Reggimento Guardie e in parte ceduto alla Divisione Cremona .
                  L’istituzione dei Bersaglieri – specialità dell’Arma di fanteria che marciava
               e manovrava in bicicletta e combatteva a piedi – si deve all’opera di Alessandro
               Ferrero La Marmora, ufficiale della Brigata guardie piemontesi, il quale, assi-
               stendo alle esercitazioni campali delle truppe austriache in Lombardia, rimase
               colpito dalle capacità di manovra di un battaglione di Cacciatori. Iniziò, così, a
               chiedersi se non sarebbe stato conveniente introdurre anche in Piemonte un corpo
               di fanteria leggera come quello dei Cacciatori. Carlo Alberto gli accordò, a titolo
               di esperimento, il permesso di formare 2 compagnie di Bersaglieri che venivano
               costituite, ufficialmente, nel giugno 1836, e poste sotto il comando dello stesso
               La Marmora.
                  Successivamente il Corpo fornì ottime prove sui campi di battaglia della Prima
               e della Seconda guerra di indipendenza alla cui conclusione veniva ampliato fino
               a comprendere 16 battaglioni oltre ad alcune compagnie deposito; battaglioni che
               furono riuniti, per la prima volta, in reggimenti (6) solo dopo l’annessione del
               Regno di Napoli.
                  Al momento della proclamazione del Regno d’Italia, il Corpo entrava a far
               parte del costituendo Esercito italiano con 36 battaglioni e 6 unità di deposito,
               trasformate poi in comandi di reggimento.
                  Nel  1908  veniva  costituito,  in  via  sperimentale,  un  gruppo  di  compagnie
               Bersaglieri ciclisti e durante la Prima guerra mondiale si ebbe un nuovo rag-
               gruppamento in unità maggiori (le brigate e le divisioni Bersaglieri) e la loro
               trasformazione in ciclisti, iniziata durante il conflitto, portò, negli anni Trenta, a
               un ordinamento che comprendeva 12 reggimenti tutti ciclisti.
                  Tra il 1935 e il 1936 entravano a far parte della specialità anche dei reparti
               motociclisti, autocarrati e carri armati veloci.
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                  Oltre che nelle operazioni di natura militare , i Bersaglieri furono protagoni-
               sti anche nella repressione del brigantaggio, in azioni di mantenimento dell’ordi-




               131   La grande unità veniva ricostituita, a Roma, solo nell’aprile del 1948 con il nome di Di-
                  visione di fanteria granatieri di Sardegna, composta dal 1° Reggimento granatieri, dal 17°
                  Reggimento fanteria Acqui e dal 13° Reggimento artiglieria da campagna, cui si affian-
                  cheranno, nel 1951, un battaglione Genio pionieri e, nel 1959, il 1° Reggimento bersaglieri
                  corazzato.
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                   I Bersaglieri parteciparono, dal 1861, a tutte le principali campagne combattute dal Regio
                  esercito: Terza guerra di indipendenza, presa di Roma, occupazione dell’Eritrea e della
                  Somalia, rivolta dei Boxer in Cina, guerra italo-turca, Prima guerra mondiale, riconquista
                  della Libia, conflitto italo-etiopico, occupazione dell’Albania e Seconda guerra mondiale.
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