Page 170 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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            incaricate di osservare un determinato tratto del settore dell’esplorazione, diffe-
            renziate in: «pattuglie di esplorazione» che ricercavano e segnalavano, entro li-
            miti precisi di terreno, la presenza, la specie, la forza e il contegno degli elementi
            avversari; «pattuglie di ricognizione» che avevano lo scopo di ricercare notizie
            sul terreno soprattutto per quanto riguardava le vie d’avanzata e gli ostacoli che
            si opponevano o meno al movimento, alla vista e alla copertura dei nostri reparti;
            «pattuglie di sicurezza» che dovevano garantire i reparti da azioni di disturbo
            del nemico; «pattuglie di collegamento» che dovevano assicurare il contatto tra i
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            reparti contigui .
               Nella battaglia la Cavalleria poteva disimpegnare missioni offensive o difen-
            sive; poteva usare forme di azione «a cavallo» (sfruttamento del movimento e
            dell’urto) e «a piedi» (sfruttamento del fuoco, del movimento e dell’urto); si av-
            valeva, come mezzi di azione, del cavallo, delle armi bianche (sciabola e baio-
            netta) e delle armi da fuoco (moschetto, mitragliatrice leggera e pesante, pistola
            e bomba a mano).
               Come arma combattente, organizzata con criteri moderni, si sviluppò nella se-
            conda metà del secolo XVI quando le sue caratteristiche di celerità, di capacità di
            risolvere le battaglie principalmente con l’urto della carica e di operare a grandi
            distanze la fecero divenire, per alcuni secoli, l’arma decisiva e risolutiva. Con il
            progredire delle armi e dei mezzi tecnici vide ridotta la sua preminenza fino a che
            l’inarrestabile progresso la costrinse a lasciare il cavallo per il mezzo corazzato.
            Anche quest’Arma venne suddivisa, a seconda dei periodi, in varie specialità
            conseguenti ai diversi compiti, alle caratteristiche d’impiego e di armamento e
            alla configurazione fisica degli uomini e dei cavalli: dragoni, cavalleggeri, guide,
            ussari, corazzieri e lancieri. Antiche specializzazioni che assunsero, nel tempo,
            più il valore di «tradizioni» che non di differenziazione delle caratteristiche di
            impiego.
               Focalizzando l’attenzione sulla Cavalleria sabauda, da cui ebbe origine quella
            italiana, le prime unità organiche venivano istituite a partire dalla seconda metà
            del secolo XV sotto Emanuele Filiberto. Si trattava di reparti che prestavano ser-
            vizio durante le campagne di guerra e poi erano licenziate e solo dal 1683 veniva-
            no costituiti i reggimenti permanenti con un proprio ordine di anzianità e dipen-
            denti dallo Stato maggiore della Cavalleria. Nel 1798, a seguito dell’occupazione
            francese del Piemonte, le truppe venivano sciolte dal giuramento di fedeltà al
            sovrano, ad eccezione del Reggimento dragoni di Sardegna di stanza nell’iso-




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                Cfr., ad esempio, Ministero della Guerra, Regolamento di servizio in guerra, Parte I. Ser-
               vizio delle truppe. 26 novembre 1882…cit., in part. libro V, Servizio di avanscoperta, rico-
               gnizioni ed informazioni segrete, capo I, Servizio di avanscoperta.
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