Page 173 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                173


               zione venivano sciolti, ad eccezione del 19° denominato, per la sua sede di re-
               clutamento, Squadrone sardo; nel contempo si provvedeva al completamento del
               Reggimento Cavalleggeri di Palermo, portato su 5 squadroni.
                  Il limitato impiego della Cavalleria derivante dalla guerra di posizione de-
               terminò alcune varianti nell’organico dell’Arma: un migliaio circa di ufficiali
               veniva destinato a prestare servizio presso altri enti quali i comandi di brigata di
               Fanteria, le batterie d’Artiglieria da campagna e dei bombardieri, i reparti di avia-
               zione, i comandi di colonne e sezioni munizioni e carreggio, i quartieri generali
               di comandi di grandi unità o negli organi di collegamento; inoltre, le sezioni mi-
               tragliatrici dei reggimenti indivisionati operarono insieme a unità della Fanteria
               sino al dicembre del 1915.
                  Nell’inverno 1915-1916, il Comando supremo stabiliva che le 4 divisioni di
               Cavalleria dovevano operare appiedate facendo aggiungere ad ogni reggimento
               divisionale uno squadrone tratto dai reggimenti destinati quali truppe suppletive.
                  Ai primi di maggio del 1916 la 1ª, 2ª e 4ª Divisione di Cavalleria venivano
               destinate in prima linea, ma nuovi eventi bellici obbligarono a far rimontare a
               cavallo e a tenere in potenza la 2ª e 3ª Divisione le cui sezioni mitragliatrici reggi-
               mentali venivano però lasciate, sino a novembre, presso i reggimenti di Fanteria.
               Ai primi di agosto del 1916, per la presa di Gorizia, veniva costituita una brigata
               mista con 16 squadroni tratti dai reggimenti di truppe suppletive; brigata che,
               assolto il compito assegnatole, veniva poi sciolta. Nel dicembre dello stesso anno
               le 2 divisioni appiedate venivano ritirate dalla prima linea e messe a cavallo;
               nella primavera successiva, perdurando per l’Arma la difficoltà d’impiego, que-
               sta cedette alle altre armi circa 13.000 uomini per costituire reparti bombardieri,
               compagnie mitraglieri di Cavalleria e reparti d’assalto e trasferì in Fanteria un
               rilevante numero di ufficiali. Infine, nel settembre 1918 con i reggimenti dislocati
               in Albania si costituiva la IX Brigata di cavalleria.
                  Terminata la Grande guerra, con il primo ordinamento provvisorio dell’E-
               sercito del 1919, l’Arma di cavalleria veniva ridotta sull’Ispettorato generale, 2
               comandi di divisione, 6 comandi di brigata, 16 reggimenti, ciascuno dei quali su
               un comando, 2 gruppi di 2 squadroni montati e un deposito. Di conseguenza, dei
               30 reggimenti esistenti ne venivano sciolti 14 i cui gruppi montati furono impie-
               gati per il completamento dei 16 reggimenti restanti, ovverosia il Reggimento
               Nizza Cavalleria (1°), Reggimento Piemonte Reale Cavalleria (2°), Reggimento
               Savoia  Cavalleria  (3°),  Reggimento  Genova  Cavalleria  (4°),  Reggimento
               Lancieri  di  Novara  (5°),  Reggimento  Lancieri  di  Aosta  (6°),  Reggimento
               Lancieri di Milano (7°), Reggimento Lancieri di Montebello (8°), Reggimento
               Lancieri  di  Firenze  (9°),  Reggimento  Lancieri  di  Vittorio  Emanuele  II  (10°),
               Reggimento Cavalleggeri di Foggia (11°), Reggimento Cavalleggeri di Saluzzo
               (12°), Reggimento Cavalleggeri di Monferrato (13°), Reggimento Cavalleggeri
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