Page 176 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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corazzati e meccanizzati; scioglieva il 1° Reggimento Cavalleria carrista; mo-
bilitava il Reggimento Lancieri di Milano, che perdeva la qualifica di scuola, e
trasformava lo Squadrone Cavalleggeri di Sardegna in gruppo squadroni.
Durante il Secondo conflitto mondiale il Reggimento Lancieri Vittorio
Emanuele II veniva trasformato in corazzato e venivano costituiti il
Raggruppamento esplorante corazzato Cavalleggeri di Lodi (inviato in Africa
settentrionale), il Reggimento Lancieri di Montebello, gruppi squadroni appieda-
ti, corazzati, esploranti, complementi, costieri e battaglioni movimento stradale.
La 2ª Divisione celere Emanuele Filiberto Testa di Ferro assumeva il nomina-
tivo e la struttura di divisione corazzata (134ª), riceveva alle sue dipendenze il
Reggimento corazzato Lancieri Vittorio Emanuele II, il 134° Reggimento arti-
glieria corazzato, il CXXXIV Battaglione misto del Genio e il citato Reggimento
Lancieri di Montebello e, infine, il suo comando assumeva, provvisoriamente,
anche le funzioni di ispettorato per l’Arma di cavalleria e per la Scuola di appli-
cazione di Cavalleria. Successivamente la Divisione riprendeva il nominativo e la
struttura di celere con i reggimenti Nizza, Piemonte Reale, Genova, 1° Bersaglieri
ciclisti e 134° Artiglieria motorizzato e con il XXXV Battaglione Genio nonché
unità varie dei servizi.
Nel 1943 venivano istituiti l’Ispettorato dell’Arma di cavalleria e la Divisione di
Cavalleria corazzata Ariete (135ª), articolata, gradualmente, sulla V Brigata di ca-
valleria corazzata, il Raggruppamento esplorante corazzato Lancieri di Montebello,
il Reggimento corazzato Lancieri Vittorio Emanuele II, il ricostituito Reggimento
motorizzato Cavalleggeri di Lucca, il CXXXV Battaglione controcarri semoventi,
il 135° Reggimento artiglieria corazzato, il 235° Reggimento artiglieria controcarri
e semoventi e il CXXXIC Battaglione misto del Genio e servizi.
Dopo l’8 settembre tutte le unità venivano sciolte, alcune di esse solo dopo
aver reagito, sia in Italia che all’estero, all’intimidazione di resa da parte dei
tedeschi e molti reparti salmerie, costituiti specie con personale dell’Arma di
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cavalleria, operarono nella Guerra di liberazione . Nella ricostituzione dell’E-
sercito italiano dopo il conflitto, per l’Arma di cavalleria venivano ricostituiti,
a cominciare dal 1946, alcuni gruppi esploranti poi trasformati in reggimenti di
Cavalleria blindata dei quali portarono il numero e i colori distintivi .
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Si pensi, ad esempio, alle vicende dello Squadrone autonomo paracadutisti F e dello Squa-
drone di cavalleria inquadrato nel IX Reparto d’assalto.
138 Nel 1953, in relazione allo sviluppo assunto dalle unità corazzate e alla necessità di coor-
dinare il loro addestramento, veniva istituita la carica di ispettore delle Truppe corazzate,
posta alle dirette dipendenze del capo di Stato maggiore dell’Esercito, le cui attribuzioni
e competenze venivano in seguito affidate, nel 1960, all’ispettore delle armi di Fanteria e
Cavalleria. Infine, nel 1958, alle unità dell’Arma veniva restituita la denominazione risa-
lente all’epopea risorgimentale. Per la ricostruzione delle vicende ordinative e funzionali

