Page 179 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                179


               autotrasportate erano vincolate alle rotabili; infine, le artiglierie su installazione
               ferroviaria, costituite da qualche pezzo di grandissima potenza di uso limitato a
               pochi casi speciali.
                  Ulteriore classificazione, che definiva le varie specialità dell’Arma, era quella
               tra artiglierie leggere (da montagna, da campagna, a cavallo, meccanizzate, mo-
               torizzate, comprendenti, quest’ultime, quelle autotrainate e quelle autoportate),
               artiglierie pesanti campali, artiglierie pesanti e artiglierie contraerei. L’artiglieria
               da montagna era destinata ad agire con le unità alpine in terreni di alta e media
               montagna e le sue caratteristiche erano la massima mobilità, la potenza limita-
               ta e le traiettorie curve per superare gli ostacoli e per battere bersagli defilati.
               L’artiglieria da campagna faceva parte integrante delle divisioni, era chiamata
               a cooperare più da vicino con la Fanteria e le sue caratteristiche erano la grande
               mobilità, la potenza limitata e le traiettorie tese e curve per eseguire tiri in svaria-
               te circostanze di terreno e di situazione. Le artiglierie a cavallo, meccanizzate e
               motorizzate erano destinate a seguire le truppe celeri, potevano anche essere im-
               piegate dai grandi comandi come riserva mobile di fuoco da spostare rapidamente
               da un punto all’altro del teatro di operazione e le loro caratteristiche erano la
               grande rapidità di spostamento e la potenza limitata. L’artiglieria pesante campale
               era assegnata, di massima, a grandi unità quali i corpi d’armata, doveva integrare
               l’azione delle artiglierie leggere prendendo sotto il suo fuoco gli obiettivi più resi-

               stenti o lontanie le sue caratteristiche erano la grande potenza, la mobilità media e
               le traiettorie tese e curve. L’artiglieria pesante era assegnata, di massima, a grandi
               unità quali le armate, doveva intervenire con il fuoco là dove occorreva ottenere
               effetti materiali e morali particolarmente importanti, doveva essere in grado di

               battere obiettivi molto resistenti, molto lontani, defilati o protettie le sue caratte-
               ristiche erano la grande potenza, le grandi gittate, la mobilità non considerevole
               e le traiettorie tese e curve. L’artiglieria contraerei concorreva con l’Aviazione
               da caccia alla protezione contro gli aerei nemici, cercando di colpire quest’ultimi
               oppure cercando di interdire ad essi determinate zone del cielo e le sue caratteri-
               stiche erano la grande celerità di tiro, la potenza limitata e le grandi gittate.
                  Infine,  l’ultima  classificazione  era  determinata  dall’assegnazione  organica
               delle artiglierie alle grandi unità: ad esempio, negli anni Trenta del Novecento la
               distinzione era tra artiglierie di divisione (di massima artiglierie da campagna),
               artiglierie di corpo d’armata (di massima artiglierie pesanti campali) e artiglierie
               d’armata (di massima artiglierie pesanti).
                  Le origini dell’Arma di artiglieria italiana risalgono all’Artiglieria piemon-
               tese che servì, come per le altri armi, da nucleo centrale e tramandò a quella
               italiana le tradizioni risorgimentali, la sua organizzazione e il suo ordinamento.
               Nel 1625, ritenuta la data di nascita dell’Artiglieria come corpo militare, Carlo
               Emanuele di Savoia stabiliva che il personale dei bombardieri, in precedenza
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