Page 183 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito                183


               2 compagnie, una delle quali soppressa nel 1853), dalla Compagnia artificieri,
               dalla Compagnia polveristi (poi soppressa nel 1853), dalla Compagnia armaioli
               e dalla Compagnia deposito; il Reggimento da piazza, su 2 brigate, ciascuna di
               6 compagnie; il Reggimento da campagna, formato dalla Brigata a cavallo (di 2
               batterie) e da 6 brigate da battaglia (di 3 batterie ciascuna).
                  In Crimea, il Corpo di spedizione piemontese vedeva la partecipazione anche
               dell’Arma di artiglieria che impiegò 3 brigate provvisorie da campagna (su 2
               batterie ciascuna), una brigata provvisoria da piazza (su 4 compagnie) e una com-
               pagnia mista operai; tali reparti venivano poi sciolti al loro rientro in Patria alla
               fine del 1856. Anche nel corso della Seconda guerra d’indipendenza venivano ap-
               portate modifiche al Corpo, finalizzate, essenzialmente, al potenziamento dei suoi
               reparti: il reggimento da piazza veniva portato da 6 a 16 compagnie e, successi-
               vamente, a 24 compagnie raggruppate in 4 brigate; il reggimento operai vedeva
               l’aumento delle compagnie della Brigata pontieri dal numero di 1 a quello di 4;
               e, infine, il reggimento da campagna veniva sdoppiato in 2 (1° e 2° Reggimento).
                  Sancita  nel  marzo  1860  l’incorporazione  degli  eserciti  dell’Emilia  e  della
               Toscana in quello sardo, l’Artiglieria riceveva nelle sue fila 6 batterie da cam-
               pagna, 6 compagnie da piazza e una compagnia maestranze dall’Artiglieria to-
               scana e 9 batterie da campagna, 6 compagnie da piazza e una compagnia operaia
               dall’Artiglieria emiliana. Nel giugno dello stesso anno venivano nuovamente ri-
               ordinate le unità: nasceva l’Arma di artiglieria dell’Esercito italiano, potenziata
               con la costituzione di 17 nuove batterie da campagna, 18 compagnie da piazza e
               10 compagnie operai. Al termine del riordinamento l’Artiglieria italiana risultava
               essere costituita dal Comitato di artiglieria, dallo Stato maggiore per il servizio
               dei comandi territoriali, dai comandi locali, dalla Direzione degli stabilimenti e
               da 8 reggimenti (1° Reggimento operai; 2°, 3° e 4° Reggimento da piazza; 5°,
               6°, 7° e 8° Reggimento da campagna). Ulteriori modifiche all’Arma di artiglieria
               venivano apportate nella fase conclusiva della trasformazione dell’Armata sarda
               in Esercito italiano, avvenuta nel maggio 1861: infatti, sia pure in numero ridotto,
               venivano armate, per la prima volta, batterie da campagna e da piazza con bocche
               da fuoco rigate e sperimentati, nell’assedio di Gaeta, cannoni rigati e a retrocari-
               ca; inoltre, veniva istituito il 9° Reggimento artiglieria pontieri con le compagnie
               pontieri tratte dal Reggimento operai.
                  Nel 1863 veniva formato il 10° Reggimento da campagna e, nel 1865, sciolto
               il 1° Reggimento operai, il che comportò il cambiamento di numerazione del
               9° Reggimento pontieri in 1° Reggimento e quello del 10° Reggimento in 9°.
               Di conseguenza l’Arma di artiglieria risultava essere ordinata sul Comitato di
               artiglieria, Stato maggiore, 9 reggimenti (uno pontieri, 3 da piazza e 5 da cam-
               pagna), 6 compagnie operai (3 di maestranze, 2 di artificieri e una di armaioli) e
               Compagnia di veterani.
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