Page 186 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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gruppo da fortezza salirono dai 78 iniziali (per un totale di 276 batterie) a 147
(per un totale di 326 batterie). L’artiglieria contraerei, pressoché inesistente nel
1915, raggiunse un totale di 22 batterie organiche oltre a 315 pezzi isolati, a 292
mitragliatrici contraeree e a 4 treni blindati. Anche il servizio fotoelettrico veniva
potenziato con la costituzione, nel 1916, di 10 sezioni fotoelettriche (20 stazioni)
e con la creazione della Direzione del servizio fonotelemetrico e del Deposito
personale fonotelemetrico alle dirette dipendenze del Servizio tecnico di artiglie-
ria. Sempre nello stesso anno veniva istituita una nuova specialità, quella dei
bombardieri, nata dalla necessità di disporre di un mezzo atto a distruggere gli
sbarramenti di reticolati contro i quali i concentramenti di artiglieria si erano di-
mostrati inefficaci; inoltre, per intensificare la guerra antisommergibile, venivano
dislocate lungo la costa una serie di batterie di tipo antiquato chiamate «porto
rifugio», con dipendenza di impiego dal Ministero della marina, in seguito sciolte
fra il novembre 1918 e l’agosto 1919.
Nel 1917 venivano costituiti 4 reggimenti da campagna (ciascuno su 3 gruppi,
per complessive 8 batterie), 9 gruppi da montagna (per un totale di 27 batterie),
23 batterie someggiate, 64 gruppi pesanti campali e 42 gruppi da fortezza. Altri
incrementi si registrarono l’anno successivo tanto che, negli ultimi mesi di guer-
ra, fu a disposizione un imponente volume di fuoco erogabile da 476 batterie da
campagna e a cavallo (inquadrate in 62 reggimenti da campagna e nel Reggimento
a cavallo), 294 batterie pesanti campali, 184 batterie someggiate, 890 batterie di
assedio, 222 batterie di bombarde, 1.124 pezzi contraerei (di cui 849 in zona di
guerra e 275 in zone territoriali). Infine, anche il Gruppo specialisti di artiglieria
fu protagonista, negli anni del conflitto, di un notevole sviluppo, mobilitando,
fino al 1918, numerose sezioni aerostatiche, fotoelettriche e fonotelemetriche.
Con la fine della guerra e con la smobilitazione dell’Esercito, quasi tutte le
unità create ex novo venivano gradualmente sciolte e il primo ordinamento prov-
visorio, emanato con decreto del novembre 1919, riduceva l’Arma di artiglieria
alla seguente struttura: Ispettorato generale; 15 comandi di brigata di Artiglieria
di corpo d’armata; 30 reggimenti da campagna (a traino animale), ciascuno or-
ganizzato sul comando, 4 gruppi e sul deposito; 15 reggimenti pesanti campali
(a traino meccanico), ciascuno organizzato sul comando, 4 gruppi e sul deposi-
to; Reggimento autoportato, composto dal Comando, 5 gruppi e dal Deposito;
Reggimento a cavallo, composto dal Comando, 2 gruppi e dal Deposito; 3 reggi-
menti da montagna, ciascuno sul comando, 3 gruppi e sul deposito; 6 reggimenti
pesanti, ciascuno composto dal comando, 4 gruppi e dal deposito; 4 reggimenti
da costa, ciascuno composto dal comando, 4 gruppi e dal deposito; 3 depositi
scuola antiaerei, ciascuno organizzato sul comando e su 5 reparti; 15 direzio-
ni di artiglieria con sottodirezioni e sezioni staccate; stabilimenti di artiglieria
comprendenti fabbriche di armi, arsenali di costruzione, laboratori di precisione,
laboratori pirotecnici, polverifici e officine di costruzioni.

