Page 187 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito 187
Dal 1920 al 1926 l’ispettore dell’Arma di artiglieria veniva sostituito con un
generale di divisione a disposizione per ispezioni e con decreto del gennaio 1923
l’Arma veniva articolata in due settori: l’Arma vera e propria, con il servizio ter-
ritoriale di artiglieria, per l’impiego delle unità e per il funzionamento dei relativi
servizi; il Servizio tecnico di artiglieria competente in materia di studio, fabbrica-
zione e riparazione dei materiali e delle munizioni per l’Arma di artiglieria e per
tutte le altre armi dell’Esercito.
La legge del marzo 1926 apportava modifiche sostanziali all’ordinamento
precedente riducendo a 10 i comandi di artiglieria di corpo d’armata; costituen-
do il Comando artiglieria della Sardegna e il Comando artiglieria della Sicilia;
contraendo a 11 i reggimenti pesanti campali, a 5 i reggimenti pesanti e a 3 i
reggimenti da costa; sciogliendo il Reggimento autoportato; incrementando i re-
parti contraerei con l’istituzione di 12 centri contraerei, poi elevati a 13 nel 1927;
riducendo a 10 le direzioni di artiglieria. Tale ordinamento, che, sostanzialmente,
rimase invariato fino alla vigilia del Secondo conflitto mondiale, subiva nel 1927
alcune variazioni tra cui quella derivante dall’istituzione, presso i reggimenti di
Fanteria, delle prime sezioni da 65/17, comandate da ufficiali dell’Artiglieria e
che, in seguito, diventeranno batterie: fu il primo tentativo di dare alla Fanteria
un’artiglieria di accompagnamento all’immediato seguito.
All’inizio degli anni Trenta del Novecento l’Arma di artiglieria risultava sem-
pre composta da due articolazioni superiori: Arma e servizio territoriale di arti-
glieria e Servizio tecnico di artiglieria. Costituivano la prima articolazione 11
comandi di artiglieria di corpo d’armata, il Comando di artiglieria della Sardegna,
il Comando di artiglieria della Sicilia, 30 reggimenti di artiglieria da campagna,
12 reggimenti di artiglieria pesante campale (uno per ogni corpo d’armata, com-
preso il Comando militare della Sicilia), il Reggimento di artiglieria a cavallo,
3 reggimenti di artiglieria da montagna, 5 reggimenti di artiglieria pesante, 3
reggimenti di artiglieria da costa, il Gruppo di artiglieria da costa della Sardegna,
13 centri contraerei (uno per ogni comando di corpo d’armata e delle isole), il
Reparto palafrenieri, 12 direzioni di artiglieria (articolate su sezioni il cui numero
era stabilito in base alle esigenze del servizio), depositi territoriali (uno per ogni
reggimento) e, per eventuali necessità dettate dalla mobilitazione, depositi stac-
cati. La seconda articolazione, il servizio tecnico di artiglieria, era costituita dalla
Direzione studi ed esperienza di artiglieria e da stabilimenti e centri di artiglieria
il cui numero e la cui specie erano stabiliti in relazione alle esigenze del servizio.
I comandi di artiglieria di corpo d’armata e delle isole (che avevano anche una
funzione territoriale e formavano parte integrante dei comandi di corpo d’armata)
avevano al vertice il comandante. Questo, con grado uguale a quello dei coman-
danti di brigata, dipendeva direttamente dal comandante di corpo d’armata (di cui
era consulente tecnico e diretto collaboratore nel campo dell’impiego) ed eser-
citava il comando delle truppe di artiglieria aventi sede nel territorio del corpo

