Page 165 - Il Regio Esercito e i suoi archivi - Una storia di tutela e salvaguardia della memoria contemporanea
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L’ordinamento e iL funzionamento deL regio esercito 165
Le origini della seconda specialità, quella dei Granatieri di Sardegna, risal-
gono al 1659, allorché Carlo Emanuele II, duca di Savoia, consapevole della
necessità di avere un esercito permanente anche in tempo di pace, ordinava la
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costituzione del Régiment des Gardes che incorporò una compagnia del Reg-
gimento di Francesco Giuseppe di Villecardet, signore di Fleury e marchese di
Trivere Mortigliengo, la compagnia bavarese di Blanc Rocher, le 4 compagnie
del Reggimento francese del marchese Francesco Mesmes di Marolles e 6 com-
pagnie di nuova formazione: tale iniziativa attuò un’importante riforma militare
che sostituiva alle milizie di ventura e private i reggimenti d’ordinanza e dava
vita al primo reparto permanente dell’Europa continentale .
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Il 2 aprile 1685 Vittorio Amedeo II decideva di potenziare la capacità di fuoco
del Reggimento delle guardie includendo, in ciascuna delle 12 compagnie che
costituivano il Reggimento, 6 soldati scelti tra i più alti e ardimentosi, con il com-
pito di precedere le truppe e di lanciare contro il nemico piccoli ordigni esplosivi
chiamati «granate» perché piene di piccoli «grani» di polvere esplosiva; i soldati
destinati al loro impiego furono detti, appunto, «granatieri». Sperimentata l’effi-
cacia dell’azione di tali assaltatori, veniva aumentato il numero dei granatieri in
ogni compagnia del Reggimento delle guardie, venivano costituite speciali com-
pagnie granatieri e il Reggimento assumeva il nome di Reggimento granatieri-
guardie e, successivamente, di Brigata granatieri-guardie.
Nel 1744 veniva fondato, dal patrizio sardo don Bernardino Antonio
Genovese, duca di San Pietro e Cervellon, il Reggimento di Sardegna, dopo che
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Carlo Emanuele III ne aveva data l’autorizzazione richiestagli fin dal 1741 .
Nel 1815 il Reggimento di Sardegna, per i meriti acquisiti, veniva incorporato
successivamente vita alle omonime divisioni); la costituzione delle divisioni di Fanteria
Avellino, Granatieri di Sardegna, Pinerolo e Trieste; la costituzione delle brigate alpine Ju-
lia, Taurinense, Tridentina, Orobica e Cadore e della Brigata corazzata Pozzuolo del Friu-
li; e, infine, la formazione, graduale, delle forze lagunari e la formazione di battaglioni da
posizione per il presidio delle fortificazioni permanenti, prima riuniti in raggruppamenti di
frontiera poi trasformati, a loro volta, in raggruppamenti alpini da posizione.
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Il Reggimento di guardia o delle guardie fu dichiarato il primo e il più anziano dell’Armata
e ad esso furono affidati speciali servizi presso la famiglia ducale prima, reale poi.
129 Vigeva, infatti, il sistema dei reggimenti di proprietà dei comandanti che venivano assol-
dati al momento di necessità per cause belliche.
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Come testimonianza della lunga durata nella tradizione militare ricordiamo che, nel 1776, il
figlio di don Bernardino, don Alberto Genovese, duca di San Pietro, donava al Reggimento di
Sardegna 120.000 lire vecchie di Piemonte per la costituzione di una banda musicale e perché
fosse, in futuro, celebrata negli anniversari della morte del donatore una messa in suo suffra-
gio; messa ancora oggi officiata il 18 febbraio di ogni anno, con la presenza dei Granatieri di
Sardegna in armi come scorta d’onore, presso la Basilica di S. Maria degli Angeli di Roma.

