Page 141 - Il sogno del volo - Dalla Terra alla Luna. Da Icaro all'Apollo 11
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la lubrificazione e soprattutto troppo incerto il governo
                                                                       dell’aereo per il loro effetto giroscopico. La geometria,
                                                                       però, della disposizione radiale dei cilindri di minimo in-
                                                                       gombro e di facile raffreddamento ad aria, restava sempre
                                                                       valida, per cui si passò rapidamente ai motori stellari, nei
                                                                       quali girava soltanto l’albero motore. A contribuire al suc-
                                                                       cesso di questi motori, dopo un avvio alquanto laborioso
                                                                       per le difficoltà di messa a punto, sarà proprio la guerra che
                                                                       dimostrerà quanto sia vulnerabile un motore in linea per il
                                                                       suo delicato circuito di raffreddamento: un tubo tranciato,
                                                                       un radiatore bucato, un condotto lesionato anche da un
                                                                       minima scheggia o da un proiettile di piccolissimo calibro
                                                                       e l’aereo era perso! Discorso completamente diverso per
                                                                       gli stellari che risultano, stando alle statistiche statunitensi,
                                                                       di quasi il 25 % più sicuri di quelli in linea. Intorno agli
                                                                       anni ’20 per rendere ancora più potenti i motori stellari,
                                                                       dal momento che non se ne poteva aumentare il numero
                                                                       dei cilindri perché ne diveniva eccessivo il diametro, si ap-
                                                                       plicò una soluzione già escogitata sui rotativi qualche anno
                                                                       prima: l’adozione di una doppia stella.
                                                                        Un buon esemplare può considerarsi il Jaguar Major IV
                                                                       un 14 cilindri a doppia stella, prodotto nel 1922 che eroga
                                                                       385 CV con un peso netto di 413 kg, un rapporto peso
                                                                       potenza persino migliore del pur ottimo  Hispano-Suiza
                                                                       innanzi ricordato. Esito derivante dall’assenza del circui-

               compagnie si distinse la Deutsche Luft Hansa, genitrice delle
               più nota Lufthansa i cui piloti già dal 1931 volavano di giorno
               e di notte anche al di sopra delle Alpi. La concorrenza fra le
               diverse compagnie per accaparrarsi fette maggiori di merca-
               to, valsero a stimolare ulteriormente i progressi del mezzo. Al
               riguardo basti pensare che se nel 1920 lo Spad 20 raggiungeva
               i 265 km/h, sul finire dello stesso anno il Nieuport-Delange
               toccava i 310 km/h, velocità reputata all’epoca quasi un limite
               invalicabile. Nonostante ciò appena tre anni dopo si volava
               già a 450 km/h in un continuo crescendo. Non meno signi-
               ficativi gli sviluppi delle linee aeree: se nel 1919 coprivano
               circa 5.200 km, già dieci anni dopo erano ascesi a 202.000,
               per passare otto anni dopo ancora a oltre 535.000!



               L’evoluzione dei motori a stella ed a V

                 I motori rotativi nonostante la loro semplicità non pote-
               vano svilupparsi al di sopra dei 200 CV: troppo complessa


               In alto: locandina pubblicitaria del servizio postale aereo francese.
               Sopra: uno degli aerei impiegati per l’innovativo servizio.
               A fianco: il motore del Jaguar Major IV.



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