Page 12 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           Patriottica” (1941-1945), nella repressione della guerriglia dopo la Seconda Guerra
           Mondiale nell’Europa Orientale (Paesi Baltici¸ Polonia, Romania, Ucraina) e, infine,
           nella guerra combattuta dagli americani in Vietnam (1959-1975).
              Un simile approccio si era verificato, peraltro, da parte di tutte le istituzioni militari
           occidentali, che spesso trascurarono questa forma di lotta, considerando le operazioni
           di controguerriglia come un “caso minore o secondario” per forze strutturate e prepa-
           rate per combattere “guerre di teatro convenzionali” nell’ambito del confronto della
           “Guerra Fredda”.
              Le difficoltà incontrate dalle F.A. statunitensi nel teatro iracheno, a seguito dell’in-
           vasione del 2003, hanno indotto i vertici militari americani a elaborare una nuova
           dottrina nel campo della controinsorgenza che ha trovato il suo fondamento nella
           pubblicazione US Army FM 3 – 24/MCW 3-33.5 “Counterinsurgency” del dicembre
           2006. Il documento, conosciuto dai più come la “dottrina Petraeus”, affermatosi ben
           presto quale innovativo riferimento dottrinale e che ha dato origine a una vasta pro-
           duzione normativa da parte di ogni Forza Armata occidentale sul tema delle COIN,
           in realtà non presenta nulla di originale, ma piuttosto aggiorna gli insegnamenti e i
           principi operativi del passato (strategia incentrata sulla popolazione e natura essen-
           zialmente politica della rivolta), attingendo ampiamente dai teorici delle esperienze
           francesi in Indocina (1945-1954) e in Algeria (1954-1962) , da quelle britanniche in
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           Malesia (1947-1960)  e statunitensi nelle Filippine (1899-1902)  e in Centro-Sud
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           America . Lo stesso termine inglese insurgency trova le sue origini nella storia e non è
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           certo il frutto di uno studio innovativo dottrinale elaborato in questi anni .
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              guerra civile russa. La rivolta fu domata solo nel 1931 ma ebbe una ripresa tra il 1939 e il 1944 con
              l’attacco delle più isolate guarnigioni sovietiche del Tagikistan; venne completamente neutralizzata
              dall’Armata Rossa tra il 1945 e il 1947.
           29  david Galula, Counterinsurgency Warfare: Theory and Practice, PSI, 1964; Roger Trinquier, La Guer-
              ra Rivoluzionaria. La Guerre Moderne, la Table Ronde 1961. Atti del Primo Convegno organizzato
              dall’Istituto Pollio, maggio 1965, Volpe Editore.
           30  Sir roBert thoMpSon, Defeating Communist Insurgency, 1966; generale Sir Frank Kitson, Low Inten-
              sity Operations, 1971.
           31  tiMothy K. deady, Lessons from a successful counterinsurgency: the Philippines, 1899 – 1902, Param-
              eters, Spring 2005.
           32  “US Marine Corps Small Wars Manual” (1940).
           33  Il vocabolo “insurgency”, unitamente al correlato aggettivo sostantivato “insurgents”, a partire dal
              2003 è entrato nell’uso comune statunitense, e di conseguenza dei Media a livello mondiale, per in-
              dicare l’opposizione armata alle forze della Coalizione in Iraq e si è poi esteso nell’uso anche alle ope-
              razioni in Afghanistan. L’iniziale significato del verbo latino “insurgere”, ovvero “alzarsi, sollevarsi”,
              aveva già acquisito nel latino ecclesiastico la connotazione di ribellione contro il male. Il termine as-
              sunse l’attuale significato solo alla fine del XVIII secolo allorquando, con la Rivoluzione Americana
              e Francese, gli intellettuali dell’epoca vollero distinguere una lotta spinta da ideali politico-morali. La
              parola “insorgenza” fu ampiamente utilizzata anche in Italia per indicare la ribellione, ispirata dalla
              Chiesa, contro l’occupazione napoleonica. Ma solo poche decadi dopo, negli scritti e nei discorsi del-
              le potenze coloniali della metà dell’Ottocento, il sostantivo, nonostante mantenesse il suo significato
              politico, denotava già una attitudine di fredda neutralità, fino a divenire, nel corso del Novecento,
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