Page 132 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           mento di controllo del territorio . In termini pratici questo significava una riduzione
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           degli organici e una diversa composizione delle unità oltre, ovviamente, a una loro diversa
           distribuzione sul terreno. Secondo Badoglio il Corpo, nella sua configurazione definitiva,
           avrebbe dovuto essere articolato su due componenti, con un complesso di battaglioni,
           squadroni e batterie ben amalgamati in grado di soffocare rapidamente possibili insurre-
           zioni e soprattutto di rispondere a minacce esterne, e un nucleo di reparti indipendenti
           con funzioni prettamente di polizia comprendente unità leggere a cavallo o cammellate.
           All’occorrenza entrambe le componenti dovevano poter essere rapidamente rinforzate con
           il richiamo nei reparti regolari dei militari in congedo e nei reparti irregolari di nuove reclu-
           te dalle cabile. L’impiego della cavalleria, sia degli squadroni savari sia degli spahis, doveva
           però essere valutato con attenzione, visto il loro costo, tenendo conto della loro effettiva
           utilità, e per quanto riguardava le bande irregolari, agli ordini di notabili indigeni, Badoglio
           riteneva possibile utilizzarle solo in situazioni di emergenza. L’esperienza etiopica avrebbe
           però dimostrato il contrario .
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              Nel marzo del 1930, quando solo in Cirenaica si avevano ancora focolai di rivolta,
           l’RCTC aveva un organico significativamente più ridotto di quello del 1927. Le forze
           operanti erano nell’ordine:

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              -  1 gruppo squadriglie autoblindate
              -  2 battaglioni libici
              -  5 battaglioni eritrei misti
              -  1 compagnia speciale di frontiera
              -  5 squadroni Savari
              -  2 squadroni meharisti
              -  3 batterie cannonieri.
              per un totale di 439 ufficiali, 609 sottufficiali, 2.083 militari di truppa nazionali e
           8.475 indigeni .
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              In presenza di limitazioni di bilancio e di una situazione ormai stabilizzata su gran parte
           del territorio libico alcuni reparti furono ridimensionati o sciolti. La costituzione del rag-
           gruppamento sahariano trovò una compensazione nella riduzione degli organici della com-
           pagnia speciale di frontiera e nello scioglimento della 3ª batteria indigena someggiata. Altri
           reparti libici regolari e irregolari furono sciolti a metà giugno, e in particolare i battaglioni


           374 Direttive per la definitiva sistemazione organica del R.C.T.C, tel. n. 3369 di del 1° novembre 1929, Ga-
              binetto, AUSSME, Fondo L-8, busta 190, fascicolo 9.
           375 Federica Saini FaSanotti, Libia 1922-1931. Le operazioni militari per la riconquista, op. cit., p. 68.
           376 Il gruppo squadriglie autoblindate era strutturato su un comando gruppo, due squadriglie autoblin-
              date, una di volontari del R.E. e una di militi della M.V.S.N., una sezione carri armati, una sezione
              rifornimenti (Tabelle organiche, n. 9225/1 del 2 settembre 1930, AUSSME, Fondo L-8, busta 189,
              fascicolo 4).
           377 Il Regio Corpo Truppe Coloniali, schema del 30 marzo 1930, ACS, FG, scatola 9, fascicolo 12, sotto-
              fascicolo 2.

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