Page 128 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
P. 128

128                   l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943

           rale di Corpo d’Armata Emilio Sailer in merito alla possibilità di staccare le forze coloniali
           dal Regio Esercito costituendo un esercito coloniale sul modello francese. Gli aspetti da
           prendere in considerazione erano molti: dalla possibilità di avere un corpo ufficiali coloniali
           distinto da quello del Regio Esercito alle modalità per passare dall’uno all’altro, dai criteri
           di avanzamento all’arruolamento degli ufficiali di complemento per finire con il problema
           dell’eventuale impiego in colonia di reparti nazionali . A tal fine fu costituito un comitato
                                                     372
           interministeriale di cui facevano parte l’allora ministro delle Colonie Pietro Lanza di Sca-
           lea, i sottosegretari per le Colonie, onorevole Roberto Cantalupo, per la Marina, ammira-
           glio Giuseppe Sirianni, per la Guerra, generale Ugo Cavallero, per l’Aeronautica, generale
           Alberto Bonzani, il capo di stato maggiore generale, generale Pietro Badoglio, della Marina,
           ammiraglio Alfredo Acton, dell’Aeronautica, generale Pier Ruggero Piccio, il direttore degli
           affari politici e amministrativi del ministero delle Colonie, commendatore Astuto e il capo
           dell’ufficio militare dello stesso ministero, colonnello Cona. Il generale Francesco Saverio
           Grazioli, sottocapo di stato maggiore generale, e il generale Ambrogio Bollati, dello stato
           maggiore del Regio Esercito, vennero sentiti come consulenti. In Eritrea il reclutamento
           non poteva dare risultati superiori a quelli che già stava dando, anche aumentando le pa-
           ghe, e non resta dunque che estendere gli arruolamenti agli yemeniti e agli etiopi, ma il vero
           problema era l’arruolamento dei libici, che anche perché nomadi erano particolarmente
           restii a presentarsi . E d’altro canto, secondo il commendator Astuto, la cosa non era così
                          373
           strana dal momento che si continuava a costituire bande irregolari, armando e pagando
           i sottomessi. Quanto ai nazionali di leva, come faceva rilevare il colonnello, erano poco
           motivati, davano un rendimento insoddisfacente, non vedevano l’ora di tornare in Italia e
           avevano un costo troppo alto.
              L’ordinamento dei RR. Corpi della Tripolitania e della Cirenaica fu approvato con il
           R.D. n. 1608 del 3 settembre 1926, mentre rimase in sospeso l’ordinamento delle truppe
           dell’Eritrea e della Somalia. Il Regio Corpo Truppe Coloniali della Tripolitania veniva così
           a essere costituito da:
              -  1 divisione CC.RR. e zaptié
              -  2 battaglioni cacciatori
              -  6 battaglioni libici
              -  6 battaglioni eritrei
              -  7 squadroni savari
              -  1 squadrone spahis
              -  3 gruppi sahariani
              -  reparti di artiglieria
              -  reparti del genio



           372 Quadri delle truppe coloniali. Materiali militari ceduti alle Colonie, tel. n. 301 del 29 luglio 1924,
              AUSSME, Fondo L-8, busta 189, fascicolo 1.
           373 Verbali delle sedute del comitato interministeriale (1924), 1ª seduta, AUSSME, Fondo L-8, busta 189,
              fascicolo 2.

                                                                          Capitolo seCondo
   123   124   125   126   127   128   129   130   131   132   133