Page 127 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il RegIo eseRcIto e le opeRazIonI dI polIzIa colonIale In afRIca (1922-1940)  127

              stimare che vi siano stati dai 30.000 ai 70.000 morti in ciascuna delle due regioni, in dieci
              anni di operazioni militari.



              Organizzazione militare del territorio e nuovi ordinamenti
                 Occupato un territorio, era necessario organizzarlo militarmente per consentirne il con-
              trollo. Al riguardo può senz’altro essere presa a riferimento l’organizzazione della Tripolita-
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              nia quale venne definita nel settembre del 1928 . Là dove la situazione politico militare
              poteva dirsi stabilizzata ed era sufficiente presidiare le località principali, come nella fascia
              costiera, si avevano regioni, circondari e distretti, mentre si avevano invece zone, sottozone
              e distretti nelle aree non ancora stabilizzate, come il territorio a sud della fascia costiera e
              la Sirtica dove il controllo del territorio era garantito dai presidi di sicurezza e dai gruppi
              mobili. Il comando di zona era tenuto generalmente da un colonnello del Regio Esercito
              che faceva le veci del governatore e in caso di necessità assumeva personalmente il comando
              del gruppo mobile alle sue dipendenze. I comandi di sottozona erano a livello di ufficia-
              le superiore e avevano come organi demoltiplicatori i settori. Lo strumento operativo a
              disposizione dei comandi di zona aveva una componente fissa e una mobile. La prima si
              identificava con i presidi di sicurezza, impiantati in località di particolare importanza per
              servire come perni d’appoggio alla manovra dell’altra componente, i gruppi mobili, per i
              quali svolgevano anche la funzione di base logistica. A questo scopo all’interno della cinta
              difensiva avevano sempre un posto d’acqua, un magazzino viveri e un deposito munizioni,
              con una stazione radiotelegrafica per i collegamenti, mentre a garantirne la sicurezza prov-
              vedeva una guarnigione costituita di solito da truppe nazionali con una notevole potenza
              di fuoco in quanto a un centinaio di fucili si aggiungevano da quattro a sei mitragliatrici e
              un paio di cannoni. I gruppi mobili che, coadiuvati dall’aviazione, avevano come compito
              la ricerca e la distruzione delle formazioni ribelli, non possedevano una struttura fissa e
              potevano comprendere battaglioni libici ed eritrei e gruppi sahariani, squadroni savari e
              spahis, sezioni e batterie di artiglieria someggiata, proponendo sempre una combinazione
              di fanteria, cavalleria e artiglieria con una componente di supporto costituita dalla carovana
              di rifornimento, da un drappello idrico e da una stazione radiotelegrafica .
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                 Con il R.D. del 18 gennaio 1923 le truppe coloniali vennero ripartite tra i due comandi
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              esisteva sul piano politico con due distinti governatorati. Fu così sancita una divisione che
              di fatto esisteva da anni e che sul piano operativo sarebbe rimasta tale fino al 1928, quando
              i due comandi agirono di concerto nella Sirtica e nelle oasi lungo il 29° parallelo.
                 Nel luglio 1924 il ministro della Guerra generale Antonino Di Giorgio scriveva al gene-


              370 Organizzazione militare del territorio, a tutti i comandi, reparti, servizi della Tripolitania, Circ. n.
                 65001 del 7 settembre 1928, AUSSME, Fondo L-8, busta 157, fascicolo 1.
              371 In Tripolitania, sotto il controllo di Graziani, operavano i gruppi mobili di Gadames, del Gebel,
                 dell’Orfella, della Giofra e della Sirtica. Si veda F. Saini FaSanotti, Libia 1922-1931. Le operazioni
                 militari per la riconquista, op. cit., p. 64.
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