Page 301 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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                      AUSSME. Testata del giornale dell’XI Corpo d’Armata di stanza in Slovenia

              “Fronte di liberazione” (Osvobodilna Fronta, O.F.) a carattere apparentemente nazionalista
              che avrebbe dovuto raccogliere elementi di tutti i partiti jugoslavi compresi i nazionalisti
              e gli aderenti al già forte partito cattolico sloveno, ma che era in realtà monopolizzato dal
              K.P.S. Già entro la fine dell’estate 1941 l’O.F. costituì uno stato maggiore delle formazioni
              partigiane slovene e un Comitato popolare di liberazione sloveno che, nel giugno del 1942,
              si trasformò in Consiglio di liberazione nazionale sloveno, massima autorità politica e di
              governo del movimento insurrezionale. A questi organismi si aggiunse il famigerato V.O.S.
              (Servizio di Sicurezza e di Spionaggio), sorta di polizia segreta incaricata delle azioni terro-
              ristiche e delle eliminazioni mirate di personaggi di spicco del collaborazionismo.
                 I partigiani, pur tendendo a risparmiare i militari italiani catturati, erano pronti a ri-
              correre a forme varie di rappresaglia come la presa di ostaggi e la fucilazione di prigio-
              nieri. L’idea di fondo era che un trattamento quasi cameratesco dei prigionieri avrebbe
              potuto concorrere alla disgregazione dell’esercito nemico, senza dimenticare, però, che nel
              confronto con l’occupante doveva applicarsi la “legge del taglione” . Particolarmente pe-
                                                                   821
              ricolose erano giudicate l’attività di una radio clandestina che inviava ordini alle cellule
              partigiane e la distribuzione di opuscoli di propaganda comunista quali “L’araldo sloveno”
              e “Slovenia libera”, stampati a Lubiana in tipografie segrete.
                 L’azione dei gruppi mobili motorizzati del Regio Esercito venne integrata da quella
              di analoghi reparti che l’Alto Commissario costituì con elementi misti, dipendenti per
              l’impiego dal comando gruppo CC.RR. “Milano”. Le direttive d’azione contro i ribelli del



                 veno” erano diventati sinonimo di “antifascista” e “bolscevico” (Marco Cuzzi, L’occupazione italiana
                 della Slovenia (1941-1943), op. cit., p. 26).
              821 Dalla difesa all’offesa, nel foglio n. 162/13 in data 16 marzo 1942, Azione contro bande armate,
                 S.M.R.E. – Ispettorato generale di polizia dei servizi di guerra.
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