Page 306 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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306 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
AUSSME. Ante Pavelic col Capo del Governo italiano in visita a Roma
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autoportati per interventi all’esterno del perimetro difensivo . La divisione “Granatieri
di Sardegna” organizzò sette gruppi di pronto intervento a livello compagnia/battaglione
che dovevano essere pronti ad uscire dagli accantonamenti entro 30 minuti dal segnale di
allarme. Le linee ferroviarie sarebbero state vigilate con l’impiego di treni e motocarrel-
li blindati, e fu autorizzato il ricorso all’aviazione per azioni di bombardamento. Queste
misure servirono a risollevare il prestigio degli occupanti e indebolirono, almeno tempo-
raneamente, il movimento di resistenza. Al fine di evitare che i frutti dell’energica azione
repressiva andassero perduti, il comando militare propose di intensificare la propaganda
antibolscevica sia a mezzo stampa, istituendo un giornale in lingua slovena di intonazio-
ne nazionale, di avviare un programma di lavori pubblici per assorbire i disoccupati che
costituivano il maggior bacino di reclutamento dei ribelli, di destinare ad altri incarichi il
personale sloveno della questura, dei telefoni, delle poste e delle ferrovie, nonché di tutti i
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settori della pubblica amministrazione .
824 L’Alto Commissario si oppose al progetto di ridurre drasticamente il numero dei presidi in Slovenia,
trovando, per una volta, un alleato in Robotti. Fu deciso di raggruppare i presidi delle forze di poli-
zia dando ad essi una forza di almeno 40-50 uomini, con armi automatiche e stazioni radio. Grazioli
chiese anche il rafforzamento dei posti di frontiera con la Croazia.
825 La problematica era ancora aperta nel settembre 1942, tanto che Robotti si lamentò che “occorre ri-
conoscere che la sostituzione del personale sloveno occupato negli uffici e servizi pubblici non solo è
Capitolo terzo

