Page 303 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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                           AUSSME. Partigiano preso prigioniero scortato da carabinieri


              Il 1942

                 All’inizio del 1942 furono diramate importanti disposizioni sull’impiego dell’artiglieria
              da campagna nelle operazioni di controguerriglia. La superiore potenza di fuoco rispetto
              ai partigiani andava infatti sfruttata nel caso stravolgendo la regolamentazione tattica in
              vigore. In un contesto in cui era prevedibile che non sarebbe stato possibile l’impiego di
              reparti organici, andava sviluppato l’addestramento all’uso di pezzi e sezioni isolate in stret-
              to contatto coi reparti di fanteria nelle operazioni di rastrellamento. L’impiego per batteria
              era invece possibile sia contro apprestamenti difensivi campali, sia per vincere la resistenza
              di un centro abitato, sia per snidare i ribelli da case isolate. Le batterie, già addestrate a
              predisporre una difesa ravvicinata nel momento in cui prendevano posizione, dovevano
              essere preparate anche a reagire ad attacchi improvvisi durante la marcia, con pattuglie di
              sicurezza sui fianchi e in testa e in coda alla colonna, e armi automatiche pronte a entrare
              immediatamente in azione. Le munizioni al seguito dovevano essere il doppio di quelle che
              portavano i muli dei pezzi o gli avantreni.
                 Nel gennaio 1942 si decise di allontanare dalla divisione “Isonzo” gli elementi di leva
              di origini slovene provenienti dalle province friulane di confine, rinviandoli ai depositi e
              sostituendoli con altro personale non alloglotto, ritenuto più affidabile. La propaganda
              partigiana, infatti, aveva iniziato a rivolgersi anche ai militari italiani nel tentativo di disgre-
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