Page 302 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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302 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
AUSSME. Gruppo di partigiani titini catturati a Konic
dicembre 1941 prevedevano di agganciare le bande armate e distruggerle attraverso un’in-
tensa e costante attività perlustrativa condotta dai reparti dislocati in forze sufficienti nelle
zone più infestate dai ribelli, stroncarne tempestivamente ogni tentativo con l’adozione di
misure atte a sventare la sorpresa (servizi di vigilanza, stato di allarme permanente, ecc.), ri-
durre la vulnerabilità dei reparti (lavori di rafforzamento), conferire una sufficiente capacità
reattiva ai posti isolati (assegnazione di armi automatiche), garantire il rapido intervento
dei rinforzi (gruppi mobili). L’idea era quella di utilizzare una tattica uguale e contraria a
quella dell’avversario: se questo agiva di notte, bisognava agire di giorno, facendo in modo
di non essere mai in condizioni di inferiorità e rispondendo con la stessa violenza e decisio-
ne. Per fronteggiare la guerriglia occorreva elevare la preparazione morale e la combattività
delle truppe, fermo restando che i partigiani non amavano lo scontro aperto, che se in
netta inferiorità rompevano subito il contatto, dividendosi in piccoli nuclei e dileguandosi
nei boschi e negli abitati, mescolandosi ai pacifici cittadini. Era poi sottolineata l’esigenza
di incrementare la capacità di manovra dei reparti, non solo ai fini dell’inseguimento delle
bande ma anche e soprattutto del loro avviluppamento.
Capitolo terzo

