Page 356 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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356 l’eserCito alla maCChia. Controguerriglia italiana 1860-1943
dai forti connotati nazionalistici, il generale Maxime Weygand adottò una linea d’azione
che aveva molto in comune con quella della RAF, ordinando ai suoi bombardieri leggeri
Breguet 14 di attaccare non solo i gruppi di armati ma anche i villaggi, per costringere la
popolazione a obbedire agli ordini delle autorità francesi. Quando però nel 1925 la rivolta
dei drusi portò una nuova e più grave minaccia al governo del mandato, fu necessario
l’invio di 30.000 uomini di rinforzo, con il ricorso a forme più convenzionali di lotta. L’a-
viazione fu impiegata soprattutto in compiti di ricognizione e supporto aereo ravvicinato,
giocando comunque un ruolo importante nel domare la ribellione entro il 1927.
Le operazioni aeree ebbero un andamento analogo in Marocco, dove a partire dal 1923
le forze agli ordini del maresciallo Louis Lyautey furono impegnate in un duro confronto
con le tribù guerriere del Rif guidate da Abd el-Krim. Già nel giugno di quell’anno un
rapporto del generale comandante la divisione di Meknes, antica città a sud-ovest di Fez
sul versante occidentale della catena dell’Atlante, sottolineava l’importanza dell’operato
dell’aviazione nel dare sicurezza alle colonne in azione contro i ribelli con una continua
ed efficace attività di ricognizione e nel garantire i collegamenti, ivi incluso lo sgombero
dei feriti, fornendo poi i dati topografici necessari all’aggiornamento della cartografia della
regione . I combattimenti si fecero ancora più intensi nel 1925, quando i ribelli passarono
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all’offensiva. Le truppe francesi ebbero il costante sostegno della loro aviazione, impiegata
non solo per colpire le posizioni degli avversari, come pure i villaggi e i campi coltivati, ma
anche per rifornire i reparti isolati ed evacuare i feriti, due missioni di vitale importanza nel
difficile terreno del Rif. Era una guerra di tipo convenzionale ma combattuta senza esclu-
sione di colpi, e tale fu anche per le forze spagnole, che nel 1921 avevano subito ad Annual
un grave rovescio. L’offensiva finale che nel 1926 pose fine alla lotta di Abd el-Krim fu uno
sforzo combinato, con gli spagnoli che penetravano metodicamente nel Rif muovendo
dalla testa di ponte stabilita ad Alhucemas, sulla costa del Mediterraneo, nel settembre del
1925, e i francesi che avanzavano da sud, chiudendo in una morsa il massiccio montuoso.
Sia l’aviazione francese sia quella spagnola appoggiarono l’avanzata con una costante e con-
tinua azione di bombardamento, che vide quella spagnola utilizzare anche bombe caricate
con aggressivi chimici, soprattutto iprite, per sloggiare gli insorti dalle loro posizioni trin-
cerate e spargere il terrore e il caos tra gli abitanti dei villaggi . Il potere aereo fu utilizzato
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in modo piuttosto convenzionale, senza concessioni a formule esotiche, ma anche così, e
pur se velivoli e armamenti non erano cambiati dal 1918, dimostrò ancora una volta la
sua valenza in compiti di ricognizione, appoggio ravvicinato, collegamento e trasporto. La
lezione più importante fu la necessità di uno stretto collegamento fra la componente aerea
e quella terrestre, non solo al livello dei comandi ma anche a livello tattico, tra le truppe in
combattimento e i velivoli chiamati a dare loro supporto .
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902 Commissariato di Aeronautica, Direzione Generale di Aeronautica Militare, aviazione Coloniale,
Traccia riassuntiva di conferenza compilata dal maggiore Luigi Biagini del 1° Stormo Aeroplani da Rico-
gnizione, Roma, 1923, pp. 14-15.
903 JaMeS S. coruM, wray r. JohnSon, Airpower in small wars. Fighting insurgents and terrorists, Univer-
sity Press of Kansas, 2003, pp. 66-77.
904 Uno studio della campagna del Marocco fu pubblicato nel 1928 dalla Revue Militaire Francaise e,
Capitolo quarto

