Page 360 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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           lunga di quelli che lo avevano preceduto e il 26 febbraio 1922 si era avuto l’avvento del
           primo ministero di Luigi Facta con un nuovo ministro delle Colonie, Giovanni Amendola.
           L’obiettivo dichiarato di stabilizzare la situazione in Tripolitania si scontrava con la volontà
           di indipendenza dei capi dissidenti che il 14 avevano rotto il fragile equilibrio esistente
           attaccando la stazione ferroviaria di Ras Lahmar a una cinquantina di chilometri da Tri-
           poli. Non c’era più spazio per le trattative e da Roma si autorizzò Volpi a passare all’azione
           facendo seguire all’occupazione di Misurata il rastrellamento della fascia costiera tra Zuara
           e Homs e una decisa avanzata nella Gefara occidentale. Nel frattempo il definitivo falli-
           mento delle trattative con i capi locali aveva spinto il governo Facta a rompere gli indugi e
           a ordinare la ripresa delle operazioni facendo affluire in Tripolitania altri battaglioni eritrei,
           mentre le due squadriglie disponibili erano state rinforzate in modo da poter contare su
           una quindicina di velivoli (6 Ca.3 e 10 SVA).
              Per il rastrellamento delle oasi costiere a occidente di Tripoli furono fatte uscire da
           questa città e da Zuara due piccole colonne della forza complessiva di 1.400 fanti e 300
           cavalieri che, muovendo lungo la costa da direzioni opposte, si ricongiunsero a Sorman per
           poi accerchiare e occupare l’oasi di Zauia dove era concentrato il maggior numero di ribelli.
           Nel corso di questa operazione, che si sviluppò tra il 10 e il 28 aprile, l’aviazione della Tri-
           politania totalizzò 136 sortite, delle quali non meno di 50 per bombardamento . Le due
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           squadriglie agli ordini del maggiore Luigi Biagini furono inizialmente impiegate per bom-
           bardare le principali località con lo scopo dichiarato di indebolire la volontà di combattere
           dell’avversario, terrorizzando le popolazioni e disgregando la struttura organizzativa delle
           formazioni ribelli, strettamente collegata alla realtà locale, costringendo i combattenti a oc-
           cuparsi innanzitutto delle famiglie e del bestiame. In un secondo tempo, mentre i Caproni
           continuavano ad agire offensivamente, gli SVA dell’89ª Squadriglia assicurarono con con-
           tinuità il collegamento tra le due colonne e tra queste e il comando di Tripoli, nonostante
           questo compito dovesse essere svolto quasi esclusivamente con velivoli monoposto il che
           obbligava il pilota a occuparsi non solo della condotta del volo ma anche dell’osservazione
           del terreno e della compilazione dei messaggi da lanciare alle truppe.
              Il passo successivo fu l’occupazione di Suani Ben Aden, a sud di Tripoli, a cui seguì lo
           sblocco del presidio di el-Azizia. Questo ciclo operativo, che permise di acquisire il control-
           lo della pianura della Gefara tra il mare e il Gebel, si svolse tra il 28 aprile e il 18 maggio e
           vide le due squadriglie dell’aviazione della Tripolitania impiegate entrambe sia nell’attività
           di ricognizione e collegamento sia in azioni offensive a diretto supporto delle truppe, indi-
           pendentemente dal tipo di macchina in dotazione. La limitata disponibilità di velivoli, e in
           particolare di velivoli da ricognizione, non permetteva infatti di mantenere una rigida sud-
           divisione dei ruoli, obbligando a utilizzare Caproni e SVA come mezzi tuttofare: “Ciascun
           apparecchio che sempre partiva con carico completo di proiettili di lancio e mitragliatrici,
           assolto il compito del collegamento e dell’esplorazione, si portava sul fronte e sui fianchi
           delle colonne avanzanti, riconosceva esattamente la posizione dei nuclei più avanzati della



           907 vincenzo lioy, L’Italia in Africa, Vol. III, L’opera dell’Aeronautica, Tomo I, Eritrea/Libia (1888-
              1932), Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1964, p. 82.

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