Page 363 - L'Esercito alla macchia - Controguerriglia Italiana 1860-1943
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Il contrIbuto della regIa aeronautIca 363
AUSSMA. Trimotori Caproni della 12 Squadriglia pronti al decollo per una missione di
a
bombardamento sul campo di Tripoli. Questi bombardieri operarono in Libia
per oltre un decennio, durante e dopo la Grande Guerra.
o quanto meno contenere le infiltrazioni di sabbia e rendere nel contempo sopportabile la
temperatura all’interno, accortezza questa che doveva essere adottata anche per gli alloggi
del personale. Oltre ai campi principali doveva essere poi predisposta una rete di campi di
manovra tali da poter essere resi operativi nell’arco delle ventiquattro ore con l’impiego di
hangar smontabili.
Per quanto riguardava il materiale di volo, in attesa che si rendessero disponibili velivoli
a struttura interamente metallica le macchine a disposizione continuavano a fornire un
buon rendimento e nell’insieme costituivano uno strumento armonico e ben bilanciato. La
ripartizione dei compiti vedeva il Ca.3 operare nel bombardamento e nel trasporto, lo SVA
biposto nella ricognizione fotografica e a vista e nel collegamento, lo SVA monoposto nel
bombardamento leggero, potendo caricare fino a 80 spezzoni, e all’occorrenza anche nella
ricognizione. L’intervento dell’aviazione poteva essere a supporto delle forze di terra, con
missioni di ricognizione, collegamento, bombardamento, nella forma della partecipazione
diretta al combattimento, trasporto di personale e materiale, sgombero di feriti e amma-
lati, oppure sviluppato in modo indipendente, con azioni a largo raggio dirette contro le
cabile ribelli, “attaccando le cabile stesse nei loro accampamenti stabili e temporanei, i loro
armenti, bombardando gli alloggi dei capi e centri abitati, interrando i pozzi e bruciando
i campi di orzo”. Questo tipo di impiego era più economico in quanto, senza i rischi as-
sociati a un’avanzata in profondità in territorio ostile, poteva spingere alla sottomissione
le popolazioni intimorite, ma in considerazione di una disponibilità di mezzi comunque
limitata la priorità doveva essere data al concorso alle operazioni di superficie, per garan-
tirne il pieno successo. Era una conclusione suggerita da un concreto pragmatismo e dalla

