Page 121 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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              italiana ed alle sue  cause  un'analisi  non  conformista:  "Non  è  la  terra,  non
             sono le  condizionì naturali  della produzione che mancano ... non è  qui che
              va  ricercata  la  fora~ che spinge all'emigrazione  milioni di lavoratori agricoli,
             specie  nel  Mezzogiorno. È ancora  una  volta  nelle  condizioni e  nei  rapponi
             socialì,  nelle  forme  particolari  che lo sviluppo capitalistico  assume  nell'agri-
             coltura  e,  In .generale,  nell'economia  italiana,  che  vanno  ricercate  le  forze
              motrici del  fenomeno  migratorio.  Solo  queste  condizionl  e  questi  rapporti
              possono spiegarci il processo di formazione dì quella sovrappopolazione arti-
              ficiale nell'agricoltura che nell'emigrazione trova la sua espressione  ed il suo
             scarico; solo queste condizioni e questi rapporti cl possono dare la spiegazio-
              ne del  fano  che  intere  regioni,  come  la Basilicata,  che  in altri  tempi  erano
              bastate  a sostenere una data  popolazione,  non bastano  ora  a sostenere una
              popolazione considerevolmente diminuita" W.
                 l 'orientamento dei vari governi volto a favorire l'emigrazione sempre pill
              imponente di lavoratori italiani all'estero er.t costante. L'intero gruppo dirigen-
              te del  panito prevalente, la Democrazia  Cristiana,  non aveva dubbi in propo-
              sito;  1n1  i  molti documenti  che  si  possono  citare  ricordiamo  l'intervento di
              Alcide De Gasperi al  Terzo Congresso della  DC a Venezia,  nel giugno 1949,
              nel quale ribadiva  l'esigenza  della ripresa, a runl l costi, dell'emigrazione rite-
              nuta  fondamentale .elemento  per  la  ricostruzione  e  lo sviluppo dell'ltalia.
              Evidentemente si tranava di una sceha politica che appariva legittima e soste-
              nibile ma che molte analisi successive mettemnno in crisi.
                 E queste analisi andavano a colpire le scelte dei governi democristiani e
              polemìzzavano apertamente con quelli che erano chiamati i 'miti' dell'emigra-
              :done italiana e cioè la sovrappopolazione dell'Italia,  l'emigrazione 'salvatrice·
              della società italiana, specialmente della .'o'\la  parte più povera, ed infine l van-
              taggi  delle rimesse  degli emigranti  per l'economia generale dell'Italia. Le  tesi
              che erano sostenute contro tali 'mi!i' provenivano prevalentemente da studio-
             si  della sinistra  ed appaiono di note1•ole  interesse.  Sembrano peraltro piutto-
              sto opinabili poiché esse  venivano  citate  piO  ad  uso politico interno che ai
              fini di una  conoscenza scientifica vera e propria del fenomeno e quindi esse
             .appaiono piuttosto lontane da  una serena ricostruzione storica del fenomeno,
              ricostmzione storica che è  invece lo scopo di queste nostre note, le quali tut-
              tavia, non potevano certamente esimersi dal citarle.
                 Guardando  al  fenomeno migratorìo  nel  suo complesso, sul  piano  dei
              numeri, a  partire dal  periodo del secondo dopoguerra  che  pos.~iamo fissare
             come· compreso tra gli anni  1946 e 1976, non si possono non osservere quan-
              to esso  sia  stato dì  vasta  penata.  La  tabell.a  I  che  riportiamo  in appendice
              offre  un  panorama  completo dei  vari  movimenti  migratori  e  conferma  la.
              dimensione dell'esodo: quasi sette milioni e mezzo di italiani scelsero in quei
              trent'anni  la  via  dell'esilio per lavoro ed anche  se  una  cena  parte  di  questa
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