Page 122 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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L'ULTIMA FASE DEU."EAUGilAZJONE rrA!.IANA 111
massa di emigranti è poi ritornata in patria, il fenomeno rimane gigantesco.
Ad esso, pernll.ro, si collega curiosamente una certa trascuratezza da parte
degli storici anche dediti al fenomeno emigratorio preferendo essi riferirsi aJ
'grande periodo', cioè agli anni precedenti la prima guerra moodìale.
L'analisi degli orientamenti emigratori riferiti alle percenruali appare inte-
ressante: nel periodo considerato, che va dalla fine dei combactimemi in
Europa (8 maggio 1945) al 1976, l'espatrio avviene prevalentemente verso
paesi europei (68,52%); verso il resto del mondo vanno solo, si fa per dire, un
emigrato su tre, e cioè quasi due miJioni e mezzo di italiani. r rimpatri sono
sensibili e toccano nello stesso periodo il 69.0% degli emigrati in Europa men-
tre rimane bassa la percentuale dei ritorni dal resto del mondo (34,45%). D
primo fenomeno del ritorno appare dominato dalla facilità degli spostamenti,
mentre giocano conrro il rimpatrio transoceanico il cosro e le distanze. In que-
sta analisi va llllche sottolineato che il calcolo dei rimpatri non tocca solo colo-
ro che erano emigrati nel periodo da noi considerato, ma riguaroa il ritorno in
pat.ria di italiani residente all'estero anche da molto tempo, italiani che le con-
tingenze belliche nelle loro tragiche conseguenze per molte colonie italiane
all'estero indussero a ripensare al loro avvenire in termine di abbandono del
paese abitato magari da molti anni. Per convincersi dì queste presenze che
menono in discussione un automatico ma fallace rappono tra emigrazione e
rimpatri limitato aJ solo periodo considerato, basterà ricorda.re che nelle regio-
ni del nord Africa la fine della guerra corrispose ad una vera fuga degli ir-.Uiani,
fuga dovuta a precise imposiZioni giuridiche di espulsioni o a valutazioni auto-
nome degli interessati Così si sono "liquidate' le presenze italiane in Tunisia,
in Algeria ed in Marocco. Altrettanto avvenne in Egitto dopo l'avvento di
Nasser ed in Libia dopo il colpo di Stato di Gheddaf1. Le cirCOstanze geografi-
che e politiche di questi rimpatri sono molte, e tutte andrebbero ricordate per
dare alla dfra del 'rimpatrio' segnata nelle sratistiche un loro vero significato.
Quanto agli emigranti-lavoratori del periodo da noi considerato va ricor-
dato che era le scelte extra-europee l'America del Nord che occupava, nel
periodo precedente 0916-1942), il 2.5% appare diminuita al 12,5%; lo stesso
avviene per l'America del Sud che passa dal 19,8% al 12,5%. Alcune altre inte-
ressanti informazioni ci possono provenire dall'esame condotto sui singoli
stati, sempre con riferime~ al peD:odo pre~dente: si vede così che la Francia
paSS3 dal 36% al 14%; anche gli Stati Uniti sono penalizzati paSS3ndo dal 24%
al 6,5%; e così l'Argentina che dal 15,5% passa al 7%. Tre stati appaiono invece
Jn fase di grande crescita e cioè la Svizzera che dal 7,5% passa al 31%; la
Germania che dal 2% p~ al15% e il Canada che dall'l% passa aJ 6%.
Ma dopo queste considerazioni di fondo conviene tornare alle posizioni
che i vari governi della rirostruzione ebbero per sostenere in chiave inte.mazio-
nale l'urgenza di un'azione collettiva di collaborazione in vista di una solidarietà

