Page 125 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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                Vi  era  poi un aspeno internazionale interessante:  molti  organismi  delle
             Nazioni Unite o  in genere legati alle  anivit:l  Internazionali del dopoguerra, si
             prendevano carico di taluni aspeul deUa  Mela  dei  lavoratori  (.'ltligranti e  ciò
             non nel solo caso Italiano ma nel caso generale delle trasmlgrazioni di Ingenti
             gruppi di persone rese  dagli  eventi bellici o  dalla  successiva sistemazione
             Internazionale veri e propri c:10dld:ui all'emigrazione, vista la loro situazione di
             'displaced per.K>ns'. Sono da ricordare in questo quadro, al quale U caso italia-
             no si  ricongiunge,  una serie di negoziati internazionali  dei quali il pi\:1  impor-
             tante fu la  riunione a  Montreal  della  Commissione deUe  Migrazioni del 26-31
             agosto 1946. In questa  conferenza  si  era prospet.tata  l'esigenza  di  realizzare
             una  convenzione con validit:l  universale o  quanto meno un accordo llpo per
             la collaborazione bilaterale. Questo obbiettivo non fu raggiunto in  pieno ma in
             questa sede un certo accordo  fu  possibile  e  molò  accordi  bilaterali  conclusi
             anche dall'Italia tennero in debito como le riflessioni di Montreal. Le  direttive
             fondamentali alle quali la polillca multilaterale si ispirava erano le seguenti:
                a)  Ottenere  il riconoscimento  nell'ambito Internazio nale  del  problema
             della  sovrappopolazione  Italiana  e  della  esigenza dl risolverlo  mediante  la
             liberaltzzazione  degli  scambi  di  manodopera  in  Europa e  l'abbassamento
             delle barriere migrarorle verso i paesi d'oltremare.
                b) Agire  contemporaneamente  per una  sempre maggiore tutela  sociale
             dell'emigt:mre e  per  la semplificazione delle  pmtid1e  amministrative  dle la
             riguardavano.
                c) Onenere la  partecipazione internazionale  per li fmnnziamento dei tra-
             sferimenti e del collocamento degli emigrati.
                d) Incrementare le  possibli~ di assorbimento  della  nostra  emigrazione
             nel paesi d'immigrazione  con  la  creazione di compagnie di coloni7.zazione e
             aurnverso vari programmi d'a.ssistenza(6>.
                Un'altra tapp:t  imponante su questa via  della soluzione internazionale  fu
             raggiunta  poco dopo,  nel  corso  della  conferenza del  luglio  1947  tenuta:;i  a
             P..uigi tra sedld paesi per l'elaborazione del piano Marshall. In questa sede il
             ministro  degli  Esteri  italiano,  Carlo Sforza,  ottenne  dle venisse creato  uno
             sp<.>eiale Comit:uo per lo studio  del problemi relativi alle migrazioni dì lavoro:
             dalle  declsionl.dl questo Comitato che In agosto aveva lnlzbtto  l propri  lavori
             venne dato mandato all'Italia di organizzare a  Roma  una spedale Conferenz..1
             Europea  per la  manodopera.  Era  questa  la  prima  volta  In  cui  il  problemu
             dell'emigrazione veniva postO,  non come problema di relazioni bilatemll, bensl
             come  problema  riguard:lnte l'intera  colleulvltà  internazionale.  Gli  Impulsi
             dell1talia ponarono ad alai Incontri Internazionali: a Ginevm nel 1950, a Napoli
             nel 1951 ed in molll altri incomrl di minore risonanza. E di nmn questa anJ.vit:\
             diplomatica  Internazionale  ìl giudizio appare  positivo andle se  l  problemi
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