Page 170 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
P. 170

IL  MEZZOGIORNO  D'ITALIA  NEllA  RICOS11IUZIOI'lE   159

        almeno remporaneamente,  la  forma  politica dialetticamente contrapposta al
        governo fondato sulle convergenze di CLN a  un malessere endemico altrimenti
        destinato a sfociare in ribellismo di massa, come nel primi anni posrunitari.
           Non si  può tuttavia  concludere  che  il  biennio  1943-45 sia  andare del
        tutto sprecato per il Mezzogiorno. Sia  pure con i condizionamenti deteiT!lÌllati
        dal  razionamento della  carta  e  sotto  l'occhiuta  'vigilanza'  anglo-americana,
        quelli sono anche anni  di  fe.rvida  riscoperta della  'quesrione  meridionale',
        posta al centro di  rutti  i  congressi di  partilO  in  terrnirù  lnnovativi  rispetto  al
        fioco  dibattito al riguardo sviluppato negli anni  del  regime  fascista,  che sbrl·
        gativamente  finse  di  ignorarla,  ritenendola  sdolta e  superata  nel  quadro
        nazionale.  Gli stessi  governi - ·da  quelli  presieduti da  Badoglio  a  quelli  di
        Bonomi e, ìofme, da Parri e De Gasperl - contano su esponenti di spicco del
        nuovo merldionalismo  inquadrato non solo nel  progetto di modernizzazione
        globale dello Stato quanto,  soprattutto,  nel  più  generale contrasto tra  paesì
        aval\2ali e paesi arretrati.
           Dì  tale nuovo  meridionalismo sono esponenti figure  quali  il socialista
        Pietro Mancini e l comunisti Fausto Guilo e  Mauro Scoccimarro; ma lo sresso
        va  deno dell'aziorùsta  Adolfo  Omodeo  e  dei  democristiani Angelo Raffaele
        jervolino, Salvatore  Aldisio, Antonio Segni...  Anche  chi,  come  Benedeuo
        Croce,  ministro senza portafoglio con Badoglio e  Bonomi, insiste sulla  que-
        stione "nazionale",  è dichiaratamente consapevole che questa non può crova-
        re soluzioni equilibrate e stabili senza che venga affrontata in  via prioritaria la
        meridionale:  tragicamenre aggravata dal degrado morale  ingenerato dai due
        anni  di  occupazione descrina  da  Curzio  Malaparte  in  la pelle e  da Norrnan
        Lewis in Napoli 1944 (a tacere di la ciociara di Alberto Moravia).
            L'istituzione dei ministeri della Ricostruzione (affidato nel governo Parrl a
        Meucdo Ruinì, con l'azionista  !iberista .Ernesto Rossi  quale sottosegretario) e
        dell'Assistenza postbellica (sorto da quello  per le Terre occupate), affidato al
        sardista  Emilio Lussu  (con Mario Ferrara ed Enrico  Berardinone per sottose-
        gretari), dà la mìsura  della consapevolezza della  necessità di  ricorrere a spe-
        ciali e appositi strumenti di governo per affrontare con probabilità di successo
        l'emergenza della ricostruzione. Altrettanto rilevante è però l'azione personale
        del  comunista  Giorgio  Amendola,  sottosegretario  per la  Presidenza  del
        Consiglio dei Ministri sia con Parri, sia con De Gasperl.
           La ricostruzione vede del resto attivi al.curù tra i pii) prestlgi.osi merldionali-
        stl. Se l'insegnamento del Pasquale Vlllari di  Lettere meridionali e dell'Inchiesta
        in Sicilia di Sìdney Sonnino e  Leopoldo Franchelll appare più  'datato' (come
        anche le opere di Napoleone Colajannì, Giustino Forrunato e  dell'antropologo
        Nlceforo),  Francesco Saverio  Nitti  è  in  prima  linea  a  chiedere,  come mezzo
        secolo prima, leggi spedaU,  interventi noiTI12tiVi mirati, un forre  impegno dello
        Stato,  non  potendosì ingenuamente  affidare al  Uberismo  propugnato,  invece,
   165   166   167   168   169   170   171   172   173   174   175