Page 63 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
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52                                        MORANOO MORANDINI

             considerazione:  tra  gli  anni  quaranta e  la  fine  dei  cinquanta.  Un  generico
             pacifismo permea la t.rilogia bellica del pescarese Duilio Colettl (1908), soste-
             nuta da  un  efficace  artigianato  reglstlco.  l  sette de/J'Orsa Ma81Jiore (1952)  è
             ispirato alle imprese di Luigi Durand de la Penne, medaglia d'oro, e dei suoi
             sommozzatori  che,  a  bordo dei "maiaH"  (siluri  pilotabili),  minano  tre navi
             nemiche  a  Gibilterra  e  affondano una  corazzata  britannica  nella  baia  di
             Alessandria. L'episodio è  raccontato, dall'altra parte, nel britannico L 'affonda-
             mento della Vallanl (1962).
                La grande speranza (1954) narra  di  un  sommergibile italiano che
             nell'Atlantico silura prima un piroscafo inglese, salvando tre militari naufraghi,
             tra cul un'ausiliaria, e po.i un'altra nave, raccogliendo ventiquattro superstiti. Il
             titolo allude alla speranza di far rinascere i sentimenti di fratellanza e di uma-
             nità contro le barriere dell'ocUo. li nobile messaggio non manca di ambiguità:
             gli  uomini non devono fare la guerra o devono farla senza odio?
                Divisione Folgore 0954),  infine,  rievoca  le  .gesta  della  Divisione
             Paracadutisti che nell'estare 1942 fu inviata sul fronte dell'Africa settentrionale
             e che, sfondato  lo schieramento  italo-tedesco, soste.nne una valorosa resisten-
             za ìn un'impari lotta.
                Si è già accennato al comandant.e  Francesco De Robertis 0902-59). capo
             del servizlo cinematografico del  ministero della Marina, che dopo UOmini sr.1l
             fondo (1941), supervisionò il lavoro dell'esordiente RosseUini ìn La nave bian-
             ca (1941),  diresse  Alfa  T aut (1942),  rutti  prodotti  daJio  stesso servizio  della
             Marina  con  la  Scalera  Pilm.  Nel  1943 fece  Marinai senza stelle e  Uomini e
             cielo,  interroni  per ragioni  belliche  e  distribuiti  nel  1949.  Dopo la guerra
             diresse  Fantasmi del mare (1948),  Ct,lrfca eroica (1952),  Mizar 0954),  l
             ragazzi della Marina 0958) senza pìò ritrovare  la vena del suo primo lìlm.
                Quali le ragioni di questa diffusa  mediocrità? Sono rutti basati sul medesi·
             mo schema: una celebrazione più o  meno esplicita della guerra  per il tramite
             deU'esaJt:azione degli atti di valore dei singoli o  di reparti. Non si può dimen-
             ticare che  nel secondo conflitto  mondiale l'ìntervento dell'ltal.ia  fu  quello di
             una guerra di aggressione e di conquista al ftanco di a1tre  nazioni (Germania,
             Giappone), a.ltrettanto aggressive. E fu una guerra perduta.
                C'è  una  precisa  ideologia  all'origine di questi ftlm, fondata sul  principio
             che nella storia degli uomini la guerra è fatale:  le guerre ci sono sempre stare
             e  sempre  ci saranno.  Se si  apre  un  llbro di  stona  - di  Roma  antica  o  del
             Novecento -si vede che in buona pane è  una storia di guerre.
                Questo  principio ha  tre  corollari che impongono ai  cittadini  Il sacrificio
             deUa vit:a e l'esa.ltazione delle virtù eroiche:
                1) la  patria, la comunilll che raccoglie tuttl i cluadini lnt.omo alle tradizioni
                  e  alla  cultura  del  luogo dove siamo flati:  è  la  bandiera che  dev'essere
                  difesa;
                2) la religiosltà  della guerra,  consacrata daJ sacrificio dei caduti,  esige  un
                  ìncondizionato rispetto perché la morte ha reso inviolabili le loro a:zioni;
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