Page 61 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
P. 61

50                                        MORANDO MOl\ANDI.:-11

             oggi, col senno del  poi, come uno degli stmmenti propagandistici del regime
             socialista di Tito per rafforzare l'unione tra le varie componenti storiche,  emi-
             che, nazionali, religiose della Repubblica Federale di Iugoslavia.
                U discorSo vale anèhe per il cinema sovietico che coltivò  intensamente  ì1
             filone dei film suUa seconda guerra  mondiale, non a  caso soprannominata la
             Grdnde Guerra Paulonica: I'URSS era stata aggredita, la guerra e  l'occupazio-
             ne erano costate milioni  di  morti  milltari e  civili,  la  guerra era stata  vinta.  Si
             aggiunge il culto della personalllà, quella di Stalin, grande stratega dopo esse-
             re  st<HO  grande rivoluzionario,  grande statista,  polltìco onnisciente  e  Piccolo
             Padre di turte le  Russie.
                Abbiamo così indicato due ragioni  all'origine del  genere  bellico:  la  ric-
             dtezza di meni (i film di guerra costano) e  la  propaganda. Per ìl dn.ema o.or-
             damericano c'è  una  terza  ragione,  più  intrinseca: cinema  e  armi  da  fuoco
             sono  r~tti l'uno per l'altro. Non  meraviglia  che siano  due ossessioni  gemelle,
             parallelè e  complementari nella  cultura  americana del  Novecento, entrambe
             con un sonofondo mltico.
                In entrambi !':apparato è  meccanico, chimico, ritmico. Condividono  Il les-
             sico:  to sboot significa,  nello stesso  tempo,  sparare e  girare (riprendere).
             Anche il magazine hanno in comune il caricalore. C'è  in  enLrambi la medesi-
             ma  nozione dello sguardo: mirare  e  sparare oppure fllmare.  C'è anche una
             coincidenza di cronologia storica:  alla  fine  dell'OttocentO  la  messa  a  punto
             della  prima mitrag.liatrice (Maxi.m),  momata su  un treppiede come  la çinepre-
             sa,  coincide con ~'invenzione del cinematografo.  Il cinema hollywoodiano è
             fondamentalmente  un cinema di azione,  basato  sutl'impulso  dei rapporti  di
             causa ed effetto (se faccio  questo,  succede quello).  Anche  l'arma  da  fuoco
             funziona allo stesso modo: sanguina o cade perché gli  ho sparato.
                U cinema it:aliano deJ dopoguerra non .ba  coltivato il  genere bellico.  Per
             forza: era una cinematograf~ povera, il paese usciva da una guerra  perduta.
             Eppure  U ftlm  che simbollcamente  lo  inaugura  è  Roma cftlà aperta di
             RosseUlni  che svela  il  volto  di Roma  sono l'occupazione  tedesca,  quello  dì
             un'Italia umiliata e  tragica, ma anche pronta alla ribellione e carica di speran-
             ze. E il regista che l'a~eva direuo era reduce da  una Lrilogìa  sulla guerra:  La
             nave biar~ca (1941),  Un  Pilota ritorna (1942),  L'tlOmo della croce 0943).
             Dopo Roma clllà aperta,  acclamato e  premiato  In  mezzo mondo, Rossellini
             dì.resse altre due opere straOrdinarie:  Pafsà 0946), sei episodi di guerra  e di
             resistenza, e Germania anno ztJro (1947) sulle conseguenze della guerra con
             le sue rovine materiali e le deformate coscienze morali.
                In  un volume,  pubblicato a  Genova  nel  1995  a  cura  dell'lstituoo Storico
             della  Resistenza  in  Liguria - la Resistenza P~el cinema italitmo - si  fa  l'elenco
             dei ftlm  itallanl  •resJstenziali"  prodotti  l.n  cinquant'anni. Sono cenroono di  cui
             trentuno realizzati  nel quadriennio 1960-63 quando l'industria italiana  era fon e,
   56   57   58   59   60   61   62   63   64   65   66