Page 90 - L'ITALIA DEL DOPOGUERRA - L'Italia nel nuovo quadro Internazionale. La ripresa (1947-1956)
P. 90
l1 COl'ITRIBUTO OEU'ITA!lll VEIISO UN'li\IEGRAZIONB EUROI'I'.A 79
sul piano procedurale, ad un Comil1lto di rappresentanti del governi U compi·
to di presentare un rapporto entro ìl 1° ooobre 1955 ed invitano il governo
britannico a p3necipare ai lavori di questo Comitato.
Per il governo italiano queste due uhlme decisioni sono panicolannente
importanti. La partecip-azione della Gran Bretagna al negoziato sul mercato
comune è infatti per l'llalia, anche alla luce del fallito tentativo del gennuio
1955, l'occasione per portare fin:1lmente i britannici nel processo d'lnt.egraz.io-
ne europea. Punroppo. il 9 luglio 1955 il governo brilllnnico declina fonnaJ-
mente l'invito di partecipare ai lavori del Comitato dei l".!ppresenl:llntl dei
governi, deludendo ancora una volta le spcmnze italiane. L'altro punto
Importante per il governo italiano è la composizione di questo Comitato.
Intanto si pone il problema delhi su:1 presidenza. Tra l Clndìdatl c'è un italia-
no, l'ex-presidente del Consiglio Giuseppe Pella, ora presidente dell'Assem-
blea comune della CECA, oltre al presidente dell'Alta Autorità della CECA
jean Monnet e all'ex-presidente del Consiglio belga Pau( van Zeel:tnd.
Presidente viene però nomin:tto il ministro degli Esteri belga Paul-Ht:nrl
Spaak. Poi c'è il problema della coo1posizione del Comitato: personalità poli·
tiçhe o llhl 1\tn~iollari? NonQStilnte le pressioni italiane percile l capi-deleg;~
zione siano personalitl1 poli.tich~:, i governi sì ri.se:rv'.mo libertà di scelta: li
Belgio, In Gennnnia, il Lussemburgo de~'ignano a capi-delegazione degli alti
funzionari; la Francia, l'Italia, i Paesi Bassi degli uomini politici (l'Italia, il s.ot·
tosegretario agli Esteri Lodovico Benvenuti).
TI Comitato Spa.ak comincia i suoi luvori il 9 luglio 1955 e U tennina il 21
aprile 1956 (la cbta del l • ouobrc 1955 si rivela subito Impossibile da rispetta-
re) con la presentazione del "Rappono Spaak·, che viene definitivamente
approvato dal sei mlnisui degli Esteri riunitl a Venezia U 29 e 30 maggio 1956 C l8),
La posizione italiana nel corso di questi lavori si ispira al principio - espresso
in pi(l OCCisioni da Marl1ino nelle riunioni ministeriall - che l'obiettivo attuale
è sl il mercato comune, ma quello finale è l'integrazione deli'Europ:1. J>er que-
sta ragione, nello scontro tra !iberisti e protezionisti. l'Italia, che finora ha
seguito una politica di protezioni.smo industriale: ed agricolo, si pronuncia per
una soluzione di compromes.c:o ba.o;ata su un protezionismo europeo contenu-
to, soluzione poi acceu.ata eia tutti, a.nche dalla francia che è la più accanita
sostenitrice del protezionismo. Su questo punto vale In JX:n3 di ricordare elle
Martino, nel corso della visita a Bonn con il presidente del Consiglio Antonio
Segni (6-9 febbraio 1956). prospetta una soluzinne. condivlo;a dal cancelliere
Konrad Ademuer e dal ministro degli Esteri Heinrich von Bren12no. che con-
siste, nel caso in cui la FrJncia Insista per una politica protezionistica nazionale
opponendosi al mercato comune, nell'esclusione della stessa Francia da que-
sto negoziato, che deve continuare a cinque.

