Page 188 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
P. 188
188 La Grande Gueraa dei Carabinieri Le armi dei Carabinieri neLLa prima Guerra mondiaLe
più efficiente in trincee sporche e fangose. Di fatto i col- Fucile Vetterli Vitali modello 70/87
pi tenuti lontano da detriti entravano sempre nell’allog- Questo fucile svizzero fu l’arma di ordinaza di tut-
giamento adibito al caricatore “puliti” e facilmente ri- to il Regio Esercito dopo l’Unità d’Italia. A parti-
movibili se inceppati, a differenza dei nastri molto più re dal 1871, i vetusti Carcano modello 67 ad ago e
veloci sì nella successione di cameramento (dando vita i Remington Rolling Block furono soppiantati dal
a raffiche micidiali), ma più soggetti allo sporco. Oltre Vetterli modello 70 monocolpo cal.10,35 x 45 R (a
ad uniformare l’arma da consegnare ai reparti, lo stato polvere nera) a caricamento singolo. Il caricamen-
maggiore standardizzò i proiettili di tutte le armi atte- to singolo imponeva al militare di inserire manual-
standole al calibro 6.5x52 mm, rendendolo cosi adatto a mente una cartuccia ogni singola volta prima dello
tutte le camere di scoppio e semplificando la produ- sparo. Successivamente, per aumentare la cadenza
zione delle munizioni. I difetti, cosi come stato per i di tiro, nel 1882 la Regia Marina inserì un carica-
pregi, si evidenziarono alla prova del fuoco. Un siste- tore a pacchetto fisso contentente 4 colpi attraver-
ma di lubrificazione rilasciava una goccia di olio su so il sistema “Bertoldo”, mentre l’Esercito nel 1887
tutti i colpi mentre venivano camerati per facilitarne si orientò allo stesso modo con il sistema ideato
l’uscita; a lungo andare i rimasugli delle polveri del- dal Capitano Vitali. Nacque cosi definitivamente
la carica di lancio esauste si impastavano con l’olio e il Fucile Vetterli Vitali mod.70/87.
dopo un migliaio di colpi (anche meno) l’arma andava Il Vetterli, dopo l’avvento del fucile Carcano
pulita. I Carabinieri e i fanti rimediarono sul campo modello 1891, fu relegato per poco tempo ne-
a questo “difetto”, bloccando la lubrificazione. Ma il gli arsenali o impiegato in servizi minori, per
problema più grande era il peso. In sé per sé l’arma il semplice motivo che non sparava il nuovo
e il suo treppiedi erano relativamente leggero; quel- munizionamento 6,5 a polvere infume e pote-
lo che risultava pesante ai militari era il serbatoio di va causare incidenti. Nel 1916, in piena guerra,
raffreddamento, che poteva contenere fino a 30 li- furono ritirati fuori dai depositi per partecipare
tri di liquido. Si trattava di un grosso bidone colmo allo sforzo bellico. Alcuni di questi fucili furono
d’acqua, contenente una pompa manuale, azionata da un ricamerati 6,5 x 52 mm e impiegati dalle legio-
servente e due tubi che permettevano il ricircolo del flu- ni territoriali dei Carabinieri Reali, dalla mili-
ido nel dissipatore di calore che avvolgeva la canna. Ol- zia territoriale, dagli artiglieri, dai fanti dei
tre al mitragliere e all’addetto al raffreddamento vi era reparti nelle retrovie non combattenti o asse-
un terzo militare che trasportava e inseriva le munizioni. gnati ai servizi logistici. Questo fucile rima-
Infine, va ricordato che vi erano due tipi di Fiat model- se negli arsenali anche per tutta la seconda
lo 1914, quello con manicotto di raffreddamento liscio e guerra mondiale, mentre nei fatti, le trup-
quello scanalato, entrambi montati con le necessarie mo- pe regolari coloniali furono dotate a lunga
difiche anche sugli aeromobili italiani. con quest’arma.