Page 189 - La Grande Guerra dei Carabinieri - Flavio CARBONE
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             La tecnologia im-
             piegata da
             questo fuci-
             le è più o me-
             no la medesima del Car-
             cano modello 91, ma si differenziano
             sostanzialmente nel modo di caricare l’ar-
             ma. Il Vetterli aveva una piastrina caricato-
             re in legno con alette metalliche che tratteneva-   namento
             no quattro colpi e che consentiva il caricamento dall’alto.   9 x 19 Gli-
             Questa piastrina aveva un verso di innesto contraddi-  senti. In real-
             stinto da una freccia e, una volta inserita nel caricato-  tà, si tratta di due piccole
             re, la stessa doveva essere rimossa tramite una funicella   mitragliatrici affiancate unite nel-
             integrata. Un sistema al quanto laborioso che per fortu-  la parte posteriore dove trovano al-
             na fu eliminato nel caricamento Mannlicher. La piastrina   loggio i meccanismi di sparo e nel-
             del Modello 91 era completamente in ottone e trattene-  la parte mediana dell’arma e da un
             va 6 colpi; non aveva un verso di inserimento e non c’era   disco di metallo che funge da mirino
             possibilità di errore, pertanto la piastrina spinta nel ser-  regolabile e braga da fissaggio ad uno scudo. È conside-
             batoio rimaneva agganciata con tutti i colpi e espulsa au-  rata da molti armaioli (anche ad avviso di chi scrive) il
             tomaticamente dopo l’ultimo sparo.                  primo mitra della storia. Il suo funzionamento è a mas-
                                                                 sa battente e i due meccanismi sono indipendenti l’uno
             Pistola Mitragliatrice Revelli modello 1915         dall’altro in tutto e per tutto, nell’armamento nel carica-
                                                                 mento e nello sparo, mentre solo la sicura era la stessa
             “Fiat Villar Perosa“                                per tutte e due le “pistole”. Al momento del suo collaudo

             Il progettista Abiel Bethel Revelli Beaumont, già affer-  (in piena guerra, 1915), la nuova arma fece capire subito
             matosi nel panorama nazionale e internazionale per una   il suo potenziale tanto che l’ufficio tecnico del Comando
             serie di attività, continuò nelle evoluzione delle sue idee e   Supremo Italiano scrisse “la mitragliatrice leggera Re-
             nel 1916 il Regio Esercito e anche i Carabinieri Reali ri-  velli avrebbe potuto rendere ottimi servizi sia come arma
             cevettero in dotazione la nuova pistola mitragliatrice Fiat   difensiva (quindi appostata in trincea) sia nelle azioni
             modello 1915 da lui ideata già dal 1914. La cosiddetta   offensive, dove avrebbe rappresentato un notevole au-
             “Villar Perosa” (dal nome della località ove aveva sede lo   mento dell’efficienza di fuoco sulle brevi distanze (pra-
             stabilimento produttore) è una pistola mitragliatrice “leg-  ticamente in mano agli uomini all’assalto). Se si vuole
             gera” a due canne affiancate capace di sparare munizio-  iniziare una piccola disamina sui pregi e difetti della pic-
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