Page 117 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUARTO




                  osservatori, ricoveri, ecc. Le osser-
                  vazioni venivano condotte con tutti
                  i mezzi disponibili, sia terrestri, sia
                  aerei, con l’ausilio della fotografia,
                  mediante ricognizioni di speciali
                  pattuglie munite degli strumenti
                  più adatti, ecc. L’accurata osserva-
                  zione notturna delle vampe serviva
                  ad  esempio  per  determinare,  con
                  maggiore  esattezza,  le  posizioni
                  dell’artiglieria  nemica.   La  cono-
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                  scenza perfetta delle predisposizio-
                  ni difensive nemiche divenne quin-
                  di la base essenziale per il successo
                  di ogni operazione offensiva, dalle
                  grandi “spallate” ai colpi di mano
                  anche di piccola portata.         4.9 Osservatorio d’artiglieria


                  La spedizione punitiva
                  Migliore fu il comportamento del Servizio Informazioni nel corso della preparazione dell’offensi-
                  va austro-ungarica nel Trentino della primavera 1916. Un attacco nemico in quella zona era stato
                  paventato dal Comando Supremo per tutto il 1915, ben conoscendo i piani vagheggiati da lunga
                  data da Conrad e miranti ad aggirare il grosso dell’Esercito Italiano addensato verso l’Isonzo.
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                  Le prime sporadiche informazioni sull’invio di rinforzi verso il Tirolo meridionale e sui prepa-
                  rativi offensivi nemici cominciarono a filtrare già verso la fine del 1915. L’Ufficio Informazioni
                  iniziò a considerare attendibili queste informazioni nel gennaio 1916, di fronte anche al ripetersi
                  di tali notizie riportate da diversi agenti, dagli organi informativi del Ministero degli Interni e di
                  quello degli Esteri e dai servizi informazioni alleati. Del resto, la sconfitta della Serbia per l’azio-
                  ne congiunta austro-bulgaro-tedesca di fine 1915, consentiva all’esercito asburgico di recuperare
                  forze e di concentrarsi sugli altri due fronti rimasti, quello russo e quello italiano.
                  Le notizie sui preparativi nemici in Trentino si moltiplicarono nel corso di febbraio-marzo, pro-
                  venendo anche da Comandi di Divisione: «I numerosi movimenti di truppe e di materiali da
                  parte del nemico constatati in queste ultime settimane sugli Altipiani e in Valsugana, tuttora in
                  continuazione; le informazioni avute da codesto comando e confermate con ampiezza di partico-
                  lari da un disertore; la frequente presenza di ufficiali sulle posizioni nemiche intenti ad osservare,
                  inducono a credere che il nemico si disponga ad abbandonare l’attitudine passiva sinora tenuta e
                  che intenda tentare un colpo contro il nostro tratto di fronte». 86
                  Tra la fine di marzo e i primi d’aprile, prigionieri e disertori delle truppe che fronteggiavano la 1ª
                  Armata insistevano sull’arrivo di rinforzi e di grosse artiglierie per una grande offensiva immi-
                  nente: «Le notizie desunte dagli interrogatori di prigionieri si possono sintetizzare in una offen-


                  84   Circolare n. 1561 in data 21 febbraio 1916, Servizio d’osservazione, Comando Supremo – Segreteria del Capo di Stato
                  Maggiore, AUSSME, fondo M-7 Circolari vari uffici.
                  85   Il piano di guerra di Conrad del 1911, ottenuto tramite Redl, prevedeva un attacco preventivo contro l’Italia, da sferrarsi
                  in contemporanea ad un’azione contro la Serbia, con direttrici d’attacco il Trentino ed il medio Isonzo tra Tolmino e Ca-
                  poretto.
                  86   Foglio n. 74 in data 22 marzo 1916 del comando 34ª Divisione indirizzato al comando V Corpo d’armata. Già in mar-
                  zo, grazie alle deposizioni di un ufficiale disertore, furono individuate le postazioni di bocche da fuoco di grosso calibro,
                  quali un cannone da 380, due obici da 420 e vari mortai da 305 (foglio n. 8150 in data 31 marzo 1916, Aumento di truppe
                  e d’artiglieria sugli Altipiani ed in Valsugana, comando 1ª Armata, AUSSME, fondo E-1 Carteggio sussidiario armate).


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