Page 116 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               camente costituite, come avvenne altrove, e cerchi di nascondere la sua debolezza numerica e
               guadagnar tempo col proiettare lungo la fronte quasi tutte le truppe, le quali compensano la loro
               inferiorità quantitativa con la forza grandissima che deriva dal terreno abilmente sfruttato e raf-
               forzato». 80
               Cadorna poté così rivolgere la massa delle proprie forze sul fronte dell’Isonzo senza il timore di
               un’offensiva austro-tedesca dal Trentino o dal Cadore.
               Le copiose informazioni, talvolta anche esagerate, riguardanti gli ostacoli e i trinceramenti ap-
               prontati dagli austro-ungarici indussero però i fanti e cavalieri italiani, in taluni tratti del fronte,
               a ridurre lo slancio offensivo, a danno dei piani di sfondamento.
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               Non sembra comunque condivisibile la tesi di Ronge secondo il quale la mancanza di una travol-
               gente offensiva iniziale italiana sarebbe stata determinata dalla sopravvalutazione ad opera del
               Servizio I dell’entità delle forze austro ungariche schierate a difendere i propri confini. 82



               Le spaLLate autunnaLi deL 1915
               Nel corso della terza e quarta battaglia dell’Isonzo - le ultime due “spallate” sferrate  nel 1915 -
               l’Ufficio Informazioni peccò di inesperienza, enfatizzando eccessivamente e non valutando con
               la dovuta cautela le deposizioni di alcuni prigionieri che avevano evidenziato la crisi di effettivi
               e di riserve nello schieramento contrapposto alla 2ª e 3ª Armata italiane.
               Il contenuto degli interrogatori, confermato da informatori che riferirono sulla stanchezza e sul pro-
               gressivo esaurimento delle truppe austro-ungariche schierate sull’Isonzo e sul Carso a seguito dei
               continui assalti italiani, indussero i comandi dell’Esercito ad insistere negli attacchi. Si era data fidu-
               cia, in particolare, alle dichiarazioni di una non meglio precisata persona altolocata, residente all’e-
               stero e in grado di conoscere il pensiero degli ambienti ufficiali austro-tedeschi, secondo la quale:

                     l’offensiva italiana sul Carso condotta risolutamente e con vigore dovrebbe assolutamente
                     prevalere perché consta in modo assoluto che gli austriaci sono agli estremi circa truppe
                     di valore operativo ed hanno messo in linea l’ultimo pezzo di artiglieria disponibile per
                     resistere alla pressione italiana. […] In ogni modo tanto negli ambienti austriaci quanto da
                     informatori fedeli si assicura di poter precedere la caduta delle posizioni fortificate fra Plava
                     e Tolmino se vi si continuerà risolutamente lo sforzo offensivo.
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               Le aspettative alimentate dall’Ufficio Informazioni e fatte proprie da Cadorna si rivelarono,
               però, insussistenti e le posizioni nemiche non furono spezzate. Dopo questa esperienza, Cadorna
               iniziò a non fidarsi troppo delle notizie fornite dall’Ufficio Informazioni, specialmente di quelle
               provenienti dall’estero.
               Dall’inizio del 1916 si perfezionò il servizio d’osservazione attraverso il coinvolgimento di più
               mezzi tecnici, convogliando i dati raccolti verso un unico ente incaricato di coordinarli allo scopo
               di conoscere «coi maggiori particolari possibili, non solo la postazione, ma altresì il modo di co-
               struzione e la robustezza delle difese avversarie, gli appostamenti per artiglierie e mitragliatrici, gli

               80   Notiziario n. 357 in data 5 luglio 1915, Truppe nemiche e lavori nella zona compresa tra la linea Val Cismon e quella di
               Monte Croce di Comelico, Comando Supremo – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo B-1 Diari prima guerra mondiale,
               100/s, 1a. L’Ufficio Informazioni seppe e comunicò in tempo gli accordi della Bulgaria con gli Imperi Centrali, che sfoce-
               ranno nell’entrata in guerra del governo di Sofia nel settembre 1915.
               81   La conferma dell’estensione dei lavori difensivi sull’Isonzo arrivò anche dalle prime ricognizioni aeree, come quelle
               svolte dai capitani Piccio e Moizo l’8 giugno nel settore della 3ª Armata, i cui rapporti di volo furono riassunti nel notiziario
               n. 61 dell’Ufficio Informazioni.
               82   M. Ronge, Spionaggio, op. cit. p. 170 -171.
               83   Foglio n. 911 in data 30 ottobre 1915, Informazioni sulle forze austro-ungariche, Comando Supremo – Segreteria del
               Capo di Stato Maggiore, AUSSME, fondo E-2 Comando Corpo di Stato Maggiore – carteggio guerra mondiale.


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