Page 119 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUARTO




                  que, ai primi di maggio lo stesso Ufficio Situazione riferiva che: «Fatti ed indizi fanno ritenere
                  che il centro dell’attività militare austro-ungarica sia ora spostato verso il Trentino. Importanti
                  forze tolte dall’Isonzo e dal Gail, dallo scacchiere balcanico e da quello russo, sono state raccolte
                  nel Trentino ed ordinate pare su tre armate. Questa massa importate comprendente, secondo gli
                  informatori, fra 12 e 18 divisioni, si va raccogliendo nel settore Valsugana – Val Lagarina per
                  operazioni offensive o semplicemente controffensive». 91
                  Non sono chiari i motivi che autorizzano Ronge ad affermare: «il nostro assalto fu per gli Italiani
                  una sorpresa», se anch’egli riconosce che, nonostante l’incredulità personale di Cadorna, «furo-
                  no spostate truppe italiane dall’Isonzo e unite alla 1  Armata; … giunsero nel Tirolo anche alcune
                                                                 a
                  brigate di reggimenti di nuova formazione». 92
                  Notizie altrettanto importanti si ottennero dagli interrogatori di prigionieri riguardo ai motivi che
                  indussero gli Austriaci a interrompere l’offensiva. Contrariamente alla tesi di Ronge, che attribu-
                  isce la ritirata finale austro ungarica soltanto «ai nuovi fatti di guerra sul fronte russo»,  dai sud-
                                                                                                 93
                  detti interrogatori emersero, oltre alla «impossibilità di disporre di altre riserve, data l’offensiva
                  russa e l’impossibilità quindi di sfondare la nostra linea», una serie di cause concomitanti, quali:
                  «le perdite giornaliere fortissime; l’enorme disagio delle truppe (i servizi funzionavano assai
                  irregolarmente); il fatto che disertori avevano segnalate fortissime riserve a tergo (un’armata di
                  sei corpi d’armata), e lo spostamento di 50 battaglioni, fatto in varie riprese con 1.500 camions,
                  dall’ala sinistra all’estrema ala destra nostra (austroungarica N.d.A.)» e infine «il dilemma posto
                  dalla Germania di abbandonare questa offensiva o rassegnarsi a non avere il suo aiuto».
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                  La conquista di gorizia
                  Ancora prima che terminassero le operazioni in Trentino col ripiegamento degli austro-ungarici e
                  la  controffensiva italiana sull’altopiano di Asiago del giugno 1916, Cadorna rivolse nuovamente
                  l’attenzione al fronte isontino, ordinando alla 3ª Armata di riprendere la preparazione per uno sfor-
                  zo offensivo contro il campo trincerato di Gorizia e il San Michele. L’Ufficio Informazioni aveva
                  percepito la crisi dello schieramento austriaco per effetto delle concomitanti azioni offensive russe
                  in Galizia ed italiane in Trentino, che avevano costretto il nemico a lasciare sguarnito di truppe
                  il fronte dell’Isonzo e del Carso. Infatti, gli uffici informazioni delle armate italiane e il centro di
                  Berna segnalavano importanti trasporti di truppe dal Trentino al fronte orientale e l’indebolimento
                  dell’armata isontina di Boroevic, scarsa per quantità di effettivi e per qualità delle forze in campo.
                  L’Ufficio Informazioni del Comando Supremo fu incaricato di spargere voci che servissero a
                  distrarre l’attenzione del nemico da Gorizia. Fu attuato un vero e proprio piano di inganno col
                  ricorso ad agenti del Centro di Berna, alla diffusione di notizie false all’interno dei reparti e
                  all’invio di lettere scritte in inchiostro simpatico, imitando la calligrafia di noti spioni.
                  Furono anche modificati i piani ferroviari di trasporto truppe e materiali in partenza dal Trentino,
                  per far credere al nemico che la destinazione fosse il Cadore e non l’Isonzo. Si predispose la
                  «preparazione completa di un movimento, come se debba effettivamente farsi, verso la zona del-
                  la 4ª Armata, e di quanto occorre per dirigere invece il trasporto, al momento opportuno, verso la
                  fronte del reale arrivo; con che si ottiene che tutto il personale della Direzione Trasporti ed i co-
                  mandanti vari siano a conoscenza del movimento verso la 4ª Armata; disposizioni per limitare il
                  movimento dei treni viaggiatori e merci nella direzione del Cadore, per fare effettivi preparativi


                  91   Situazione generale ed avvenimenti politici militari delle varie potenze, 1°-30 aprile 1916, Comando Supremo – Ufficio
                  Situazione ed Operazioni di Guerra, AUSSME, fondo E-2 Comando Corpo di Stato Maggiore – carteggio guerra mondiale.
                  92   M.Ronge, Spionaggio, op. cit., p.232 -233.
                                                                               a
                  93   ibidem, op. cit., p. 234. Ronge  sostiene anche di aver rilevato l’esistenza di una 5  Armata italiana radunata nella zona
                  di Padova.
                  94   Promemoria in data 28 giugno 1916, Interrogatorio di prigionieri, Comando Supremo – Ufficio Situazione ed Operazio-
                  ni di Guerra, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici.


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