Page 111 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO QUARTO




                  nel rimanente territorio dello Stato, corrispondenza che veniva esaminata presso un apposito
                  Ufficio in Treviso. L’altro si occupava di tutta la rimanente corrispondenza postale esaminata
                  presso gli uffici postali provinciali e i comandi delle divisioni militari territoriali.
                  La censura postale provinciale «suscitò bentosto il malcontento del pubblico, per i ritardi di cui,
                  specie nel periodo iniziale del funzionamento, diede inevitabilmente luogo» e venne quindi abo-
                  lita dal 20 luglio 1915, in seguito ad intese fra i Ministeri della Guerra e delle Poste e Telegrafi.
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                  L’opportunità di rafforzare la censura militare, soprattutto per la posta in partenza dal fronte, era
                  invece emersa già nell’estate del 1915, a causa della frequenza con cui i soldati descrivevano
                  ai loro familiari con toni pessimistici l’andamento dei combattimenti, suscitando il timore che
                  tale corrispondenza contribuisse a diffondere voci allarmistiche e incidesse negativamente sullo
                  spirito pubblico. Tuttavia questo tipo di censura, che ricadeva sotto le competenze dell’Ufficio
                  Informazioni, tardò a divenire operativa. L’Ufficio di concentramento sussidiario in Treviso,
                  entrato in funzione il 10 giugno 1915,  a metà del 1916, trovava ancora difficoltà a operare per
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                  carenza di personale idoneo e di infrastrutture adatte, tanto che invece di controllare tutta la posta
                  spedita dal fronte, riusciva a esaminarne l’irrisoria percentuale del 2%. 58
                  Per facilitarne l’opera, l’Ufficio Informazioni interessò i comandi d’armata con una serie di rac-
                  comandazioni, consigliando l’invio di cartoline e non di lettere, «perché le prime hanno corso
                  immediato, mentre le seconde richiedono maggior tempo per la censura e subiscono molti ritardi
                  nel loro inoltro».
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                  Si propose anche che fosse esercitata “una larvata censura” sulla corrispondenza diretta dal Pa-
                  ese all’Esercito, «specialmente su quella proveniente da località dove i partiti sovversivi sono in
                  maggioranza».  Così, presso l’Ufficio di Bologna ove si concentrava questo tipo di posta, iniziò,
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                  nell’ottobre 1915, un limitato servizio di censura affidato agli ufficiali stessi incaricati dell’av-
                  viamento delle corrispondenze.
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                  Nel novembre 1915, l’Ufficio Informazioni, delegò all’Intendenza Generale la disciplina e l’am-
                  ministrazione dell’ufficio censura della posta militare, avocando a sé solo i criteri esecutivi di
                  svolgimento della censura.
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                  Il Comando Supremo dispose, nel giugno 1916, di sottoporre tutte le cartoline militari circolanti
                  in zona di guerra  a una censura esercitata, su base reggimentale, da ufficiali incaricati di esa-
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                  56   Foglio n. 15777 in data 27 luglio 1916, Relazione n. 26523 della Direzione Superiore della Posta Militare all’oggetto
                  Censura, Comando Supremo – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo E-2 Comando Corpo di Stato Maggiore – carteggio
                  guerra mondiale.
                  57   Foglio n. 235-S del giugno 1915, Censura della corrispondenza dall’Esercito pel Paese, Direzione Superiore della
                  Posta Militare, AUSSME, fondo M7 Circolari vari uffici. Fin dall’inizio, per la celerità del servizio, si richiese ai militari
                  di scrivere dal fronte cartoline o lettere aperte. Solo in seguito ripresero corso le lettere o raccomandate impostate chiuse.
                  58   Foglio n. 15777 in data 27 luglio 1916, op. cit.
                  59   Circolare n. 3767 in data 18 agosto 1915, Indirizzi sulle corrispondenze delle truppe mobilitate, Comando Supremo – Ufficio
                  Informazioni e Cifra, AUSSME, fondo F-17 Ufficio R e Ufficio I. Per tutelare il segreto militare, si vietava di comunicare
                  sia la località da dove scriveva, sia notizie relative alle operazioni militari Si vietava inoltre di affidare la corrispondenza
                  a borghesi, cappellani, feriti che si allontanavano dalla zona di guerra per l’impostazione nelle cassette della posta civile.
                  60   Foglio n. 4179 in data 26 agosto 1915, Censura sulla corrispondenza diretta dal Paese all’Esercito, Comando Supremo
                  – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici.
                  61   Foglio n. 5587 in data 29 settembre 1915, Censura su corrispondenza diretta dal Paese all’Esercito, Comando Supremo
                  – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici.
                  62   Foglio n. 8496 in data 20 novembre 1915, Funzionamento del servizio censura della posta militare, Comando Supremo
                  – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici.
                  63   Comando Supremo, Telegramma circolare n. 11857 Foglio n. 5461-RI in data 15 giugno 1916, Censura postale, coman-
                  do della 3ª Armata, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici. I comandanti di reparto non erano autorizzati ad
                  aprire le lettere dei propri militari, ma potevano comunque ritirare le corrispondenze degli elementi sospetti ed inviarle agli
                  Uffici di censura (Circolare n. 17162 in data 8 agosto 1916, Censura delle corrispondenze dei militari fatta dai comandanti
                  di reparto, Comando Supremo – Ufficio Informazioni, AUSSME, fondo F-1 Comando Supremo – vari uffici.


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