Page 106 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               ti, inclusi diari personali, contenenti notizie sulla dislocazione delle truppe. Si prescrisse inoltre,
               di limitare la distribuzione di ordini di operazione o loro stralci, al fine di mantenere segreto il
               concetto generale dell’azione, portandolo a conoscenza solo degli alti comandi «ai quali è ne-
               cessario sia noto per l’armonico svolgimento dell’operazione che si deve compiere. Ai comandi
               in sottordine non dovrà comunicarsi che la parte che li interessa per la migliore esplicazione del
               mandato loro affidato»
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               Il 31 luglio 1915 fu emanato dal Comando Supremo un bando che ripartiva la “zona di guer-
               ra”, costituita dalle province del Regno in cui vigeva lo stato di guerra e dalle regioni occupate
               dell’Austria - Ungheria, in “territorio delle operazioni” ove combattevano e stazionavano le
               truppe impegnate al fronte e “territorio delle retrovie” ove stazionavano le truppe non impegnate
               in combattimento e si compivano i trasporti di rifornimento e sgombero.
               Nel territorio delle operazioni vigevano severe restrizioni «nell’intento di sempre più effica-
               cemente  contribuire  alla  prevenzione  ed  alla  repressione  delle  indiscrezioni  militari  e  dello
               spionaggio, regolando la circolazione delle persone e dei veicoli nella zona di guerra». Inoltre,
               ispirandosi al principio di non perturbare la vita ordinaria del Paese, se non per quanto indispen-
               sabile a tutelare la sicurezza militare, gli atti di tutela dovevano divenire «sempre più restrittivi
               della libertà personale, di mano in mano che dalle località interne della zona di guerra si procede
               verso la fronte di combattimento».
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               Era fatto, tra l’altro, divieto ai civili in zona di guerra di tenere materiali telegrafici o radiotele-
               grafici, piccioni viaggiatori, apparecchi per segnalazioni luminose o sonore.


               La Lotta contro iL sabotaggio nemico e i disfattismi interni
               Il controspionaggio cercò di arginare l’attività spionistica nemica, che già nel 1916 sfociò in
               azioni di sabotaggio dirette contro gli impianti industriali preposti alla produzione bellica, de-
               positi di munizioni e persino navi da guerra. Nella primavera fu sgominata un’organizzazione
               di traditori italiani che aveva sabotato, tra l’altro, l’acciaieria di Terni e il dinamificio di Cengio,
               oltre a linee ferroviarie e centrali elettriche, arrestando il 17 maggio 1916 a Terni certo Giuseppe
               Larese, mentre cercava con speciali tubi di gelatina, introdotti clandestinamente dall’Austria, di
               far saltare quell’acciaieria. 41
               L’intensificarsi dell’azione sovversiva contraria alla guerra da parte dei partiti estremi impegnò no-

               39   Circolare n. 5 s.d. (ma della primavera 1915), Divieto di portare con sé documenti utili al nemico. Segretezza degli ordini
               d’operazione, Comando Supremo – Ufficio Armate, AUSSME, fondo M-7 Circolari vari uffici.
               40   Circolare n. 2266 in data 22 luglio 1916, Misure complementari di polizia militare, Comando Supremo – Ufficio Infor-
               mazioni, AUSSME, fondo M-7 Circolari vari uffici. I non militari non potevano circolare valendosi di quadrupedi, veicoli o
               delle ferrovie, se non muniti di salvacondotto. La stessa circolazione dei pedoni poteva essere assoggettata a misure restrit-
               tive nel tempo e nello spazio. Nessun civile poteva avvicinarsi a meno di 500 m da truppe in stazionamento o in movimento.
               Era del 3 settembre 1914 il decreto n. 1008 (convertito in legge n. 429 il 16 aprile 1916) che vietava la navigazione aerea
               in qualunque punto del territorio dello Stato.
               41   Promemoria in data 19 luglio 1916, Attentati dinamitardi in Italia, Comando Supremo – Ufficio Informazioni, AUSSME,
               fondo F-1 Comando Supremo – uffici vari. Si veda anche la circolare n. 6367 in data 24 aprile 1916, Organizzazione au-
               striaca di attentati a nostri stabilimenti ed opere di importanza militare, Ministero della Guerra – Segretariato Generale.
               Nel corso del conflitto furono numerosi i centri addetti alla produzione e conservazione di munizioni e polveri a saltare in
               aria (Cengio, Acquasanta - Roma, forte Pietole - Mantova, Udine, ecc.), e le cause talvolta non furono accertate. Si divulgò
               la Descrizione dell’ordigno esplosivo appartenente ai terroristi di Zurigo, che si temeva introducessero in Italia per dan-
               neggiare le linee ferroviarie specialmente quelle del Frejus e di Ventimiglia (circolare n. 14016 in data 10 dicembre 1917,
               Ordigni esplosivi destinati dal nemico a scopi terroristici, Ministero della Guerra – Segretariato Generale, AUSSME, fondo
               F-3 Carteggio sussidiario prima guerra mondiale). Numerosi furono anche gli avvisi di intensificare la vigilanza di obietti-
               vi sensibili, come la circolare n. 3992 in data 6 novembre 1915 che paventata la possibilità di attentati dinamitardi «da parte
               di agenti tedeschi, i quali, mediante lauti compensi, cercherebbero di corrompere a tal fine operai italiani.» Si veda anche il
               fascicolo Spionaggio e sabotaggio durante la guerra, traduzione di articoli di autore ignoto apparsi su “Wochen – Ausgabe
               Neues Wiene – Tageblatt” tra l’ottobre 1924 e gennaio 1925, AUSSME, fondo L-3 Studi particolari, busta 23. Sulla rete di
               sabotatori inviati in Italia. si veda anche: M. Ronge, Spionaggio, op. cit., p.230 - 232.


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