Page 103 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 103
CAPITOLO QUARTO
samento delle truppe italiane, ho pensato con orrore ai danni che deve arrecare ogni granata
che arriva sulle trincee italiane. […]»
Nell’Esercito Italiano, continua il tenente, qualcosa non funziona. Gli italiani hanno truppa
da far invidia per numero, età, equipaggiamento, […] hanno un’organizzazione perfetta e
ricca di servizi, hanno ufficiali coraggiosi ed eroici, hanno un servizio informazioni magni-
fico sussidiato da numerosi disertori che dicono tutto per sentimento di nazionalità e di odio
contro l’Austria, hanno un’artiglieria che potrà aumentarsi ancora di calibri, medio e grosso,
e di numerose bombarde, ma che ormai è quasi perfetta, eppure non hanno ancora i vantaggi
che possono e debbono ottenere. […] Quello che non funziona è la tattica troppo uniforme
sia nella preparazione d’artiglieria, sia nei continui attacchi frontali, sia nel sistema di fer-
marsi sempre alla prima linea conquistata come se quello fosse l’unico obiettivo. 27
Si comprende quindi perché
Il Comando Supremo pro-
mettesse premi in denaro
per la cattura di prigionieri
da parte di singoli soldati o
da gruppi di militari non co-
mandati da ufficiali, a segui-
to di arditi colpi di mano.
28
Anche nei momenti di stasi
delle operazioni, i comandi
chiedevano continuamente
lo svolgimento di colpi di
mano ed altre piccole azio-
ni allo scopo specifico di
catturare prigionieri. Nel
29
giugno 1916 una circolare
di Cadorna ordinò di «far
prigionieri, il che è indi-
spensabile per avere notizie 4.4 Manuale per collegamenti elettroottici dell’Esercito austroungarico,
sulle intenzioni del nemico con timbro dell’Ufficio Informazioni italiano
e sui suoi movimenti, o cir-
ca suoi eventuali spostamenti verso il teatro di guerra austro-russo. Autorizzo all’uopo i comandi
d’armata ad accrescere, nella misura che giudicheranno opportuna, i premi stabiliti per la cattura
di prigionieri; bisogna assolutamente catturarne ogni giorno e in tutti i settori della fronte, per
non essere sorpresi dai movimenti dell’avversario».
30
27 Foglio di trasmissione in data 25 novembre 1916 del Comando Supremo – Ufficio Situazione ed Operazioni di Guerra
relativo ad un notiziario del comando 2ª Armata, AUSSME, fondo E-2 Comando Corpo di Stato Maggiore – carteggio
guerra mondiale. Giudizi di ufficiali nemici prigionieri sui criteri d’azione della fanteria e dell’artiglieria italiana furono
oggetto di circolari del Comando Supremo fin dall’estate 1915, come le n. 1654 del 17 luglio 1915 e n. 1973 del 25 luglio.
Si riportarono anche le considerazioni del nemico sull’efficienza e combattività delle singole brigate di fanteria italiane.
28 Esisteva un onorario, reso noto con la circolare n. 6250 in data 14 maggio 1916 della sezione disciplina del Reparto Operazioni:
per la cattura di un soldato semplice il compenso era di 10 lire, che salivano a 20 per i sottufficiali ed a 50 per gli ufficiali.
29 Nel giugno 1916 venne diffusa, a cura dell’Intendenza Generale, la Raccolta delle disposizioni di carattere permanente
relative ai prigionieri di guerra e ai disertori del nemico, contenente, tra l’altro, le precisazioni da osservare nell’interro-
gatorio e nel trattamento dei prigionieri.
30 Foglio n. 153 in data 15 giugno 1916, Attività su tutta la fronte e cattura di prigionieri, Comando Supremo – Ufficio
Segreteria, AUSSME, fondo F-2 Carteggio sussidiario armate. Nello stesso mese Cadorna tornò sull’argomento: «Ho
dovuto constatare che non tutti i comandi danno la dovuta importanza alla cattura dei prigionieri, malgrado le ripetute
raccomandazioni fatte a proposito. I prigionieri costituiscono la fonte più rapida e più sicura di informazioni per quanto
103