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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               Contemporaneamente allo sviluppo del centro di Milano, si andava delineando l’organizzazione
               del servizio di raccolta notizie in Svizzera, per mezzo di centri e sottocentri, serviti da ufficiali
               appoggiati normalmente ai locali uffici diplomatici e consolari. Tra questi «il tenente M.T. inge-
               gner Moriondi, addetto commerciale presso la R. Legazione di Berna, persona addetta al servizio
               informazioni alla diretta dipendenza del maggior generale Alessio Chapperon, Capo del nostro
               servizio informazioni in Svizzera. Egli ha riferito sui dettagli del funzionamento di tale servizio,
               sulle relazioni iniziate cogli addetti militari dei paesi alleati a Berna, e su quanto è stato fatto
               per influenzare a nostro favore la stampa neutrale. Egli ha chiesto ed ottenuto di poter iniziare in
               Svizzera uno speciale servizio di controspionaggio».
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               Già nel giugno 1915 agivano in Svizzera più di una decina di reti di informatori o agenti isolati
               in contatto con l’Ufficio staccato di Milano e la sua succursale di Brescia,  oltre ad un ufficio
                                                                                    18
               giornalistico a Chiasso incaricato della rassegna stampa di lingua tedesca.
               Il centro di Londra fu rafforzato con l’invio del professor Antonio Cippico, un irredento, che
               aveva nella capitale britannica larghe relazioni nell’ambiente dei pubblicisti, allo scopo di pro-
               pagandare l’italianità della Dalmazia contro la campagna di stampa filo-jugoslava che sosteneva
               «il diritto degli slavi al dominio sulla parte settentrionale dell’altra riva dell’Adriatico».
               Da quanto sopra si evince come, fin dai primi mesi di guerra l’Ufficio Informazioni si dedicas-
               se alla propaganda all’estero, trattando argomenti di materia politica che esulavano dal campo
               strettamente militare. Valutando la composizione multietnica della Duplice Monarchia, che rap-
               presentava il suo principale tallone d’Achille, l’Ufficio pensò di alimentare i contrasti latenti tra
               i vari popoli sotto il dominio degli Asburgo, mediante forme di propaganda che fomentassero
               le divisioni interne alla compagine avversa. Tuttavia, il lancio di volantini sulle linee nemiche
               scritte nei vari idiomi dell’Impero austro-ungarico, per indurre alla diserzione i militari del-
               le nazionalità più avverse agli Asburgo, come la cecoslovacca, fu presto interrotto per volere
               dell’autorità politica.
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               La coLLaborazione con i servizi d’informazione aLLeati
               Dopo l’intervento dell’Italia nel conflitto, vi fu uno scambio di ufficiali di collegamento con gli
               stati maggiori di Francia, Gran Bretagna, Russia, Serbia, Belgio e in seguito anche di Giappone
               e Stati Uniti d’America. Le missioni militari delle potenze alleate dell’Intesa accreditate presso il
               Comando Supremo facevano capo a un apposito Ufficio, incaricato di indirizzarne e circoscriver-
               ne l’attività, fornendo loro indicazioni sul Regio Esercito e su quello austro-ungarico, sull’anda-

               notizie militari o politico-militari, rispettivamente la prima sulla Svizzera e la seconda su Austria-Ungheria e Germania. La
               terza sezione, competente in materia di polizia militare e controspionaggio, era comandata da un commissario di Pubblica
               Sicurezza. Il Centro Staccato Informazioni di Milano divenne, così, il raccoglitore unico di tutte le notizie politiche e mi-
               litari provenienti dalla Svizzera.
               17   Diario storico dell’Ufficio Informazioni del Comando Supremo, AUSSME, fondo B-1 Diari prima guerra mondiale,
               100/S, 1a.
               18   Tra le più efficienti vi era la rete “Carlo”, nome in codice dell’irredento Gino Tornari residente a zurigo che riceveva in-
               formazioni da numerosi agenti, irredenti come lui, residenti in Austria Ungheria e in Germania, trasmesse a un fiduciario di
               Milano. Agenti singoli operanti in Paesi nemici utilizzavano punti di riferimento in Svizzera per trasmettere notizie in Italia,
               come Matteo Brunetto, friulano che dall’Austria si appoggiava ai Consoli di Basiela e zurigo; Ascanio Ceschini inviato il 5
               giugno 1915 in Germania e in Austria faceva capo all’addetto militare e ai Consoli di zurigo, Basilea, San Gallo; Giovanni
               Permull, austriaco naturalizzato inglese, operante in Austria, ecc.
               19   Il Governo Boselli, infatti, costituì un apposito Ministero per la Propaganda all’estero retto dall’on. Vittorio Scialoja ed
               un organo per la propaganda interna diretto dall’on. Ubaldo Comandini. Da quest’ultimo dipesero nell’estate 1917 le Opere
               federate di Assistenza e Propaganda Nazionale, che furono la principale organizzazione privata utilizzata dal Governo per
               l’assistenza ed educazione patriottica nei confronti della popolazione civile. Tale organizzazione mantenne uno stretto
               contatto anche col Servizio Informazioni soprattutto nel corso del 1918. Nel Gabinetto Orlando, Scialoja fu rimpiazzato
               dal Sottosegretariato per la Propaganda all’Estero e la Stampa retto da Romeo Adriano Gallenga Stuart. (Gian Luigi Gatti,
               Dopo Caporetto. Gli ufficiali P nella grande guerra: propaganda, assistenza, vigilanza, LEG, Gorizia, 2000, pp. 26-27).


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