Page 18 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               conoscenze in materia. Conclude la seconda parte un contributo redatto da Paolo Bonavoglia, ni-
               pote di Luigi Sacco, che ha interpretato alcune pagine di un taccuino personale di appunti scritto da
               suo Nonno, durante l’estate e l’autunno del 1916, da cui si evincono lo sforzo e i progressi compiuti
               per le prime interpretazioni di dispacci cifrati austriaci e tedeschi.
               Il proseguimento della lotta sviluppatasi intorno all’Intelligence e alla Sicurezza delle Radiocomu-
               nicazioni fino alla fine del conflitto, costituisce il tema della terza parte del volume che pone in evi-
               denza l’evoluzione delle capacità del Reparto crittografico, senza trascurare le difficoltà incontrate
               per difendere efficacemente le radiocomunicazioni italiane dagli attacchi degli analisti austriaci.
               Le tecniche e i risultati ottenuti attraverso l’altra diffusa fonte informativa costituita dalle in-
               tercettazioni telefoniche sono oggetto di esame nella quarta parte del volume, unitamente alle
               misure adottate da Italiani e Austriaci per inibire al nemico l’ascolto delle proprie conversazioni.
               Lo spazio relativamente ridotto destinato a trattare quest’ultima tipologia di Communication
               Intelligence rispetto a quella radiotelegrafica trova giustificazione nella maggiore complessità
               delle tecniche radio rispetto alla telefonia su filo dell’epoca e nella “sofisticazione” dei sistemi
               crittografici impiegati a protezione della radiotelegrafia.
               In alcuni passi dell’opera, si illustrano le connessioni della COMINT con quanto oggi si identi-
               fica mediante il temine Human Intelligence (HUMINT), comprendente gli interrogatori di pri-
               gionieri e disertori,  l’esame dei documenti sottratti in vario modo al nemico, ecc. Ci si sofferma
               in particolare su una delle attività in cui alcuni servizi d’informazione si sono “esercitati” allo
               scopo di acquisire i cifrari nemici con i mezzi più disparati: sia prima della guerra, comperandoli
               al mercato clandestino od ottenendoli con ingegnosi sotterfugi, sia durante il conflitto, catturan-
               doli negli scafi di navi affondate ovvero nel corso di azioni al fronte terrestre. Alcuni cenni sono
               anche destinati alla “caccia delle radio spie”, sviluppatasi nei primi tempi del conflitto, in nume-
               rosi paesi europei, compresa l’Italia, con la finalità di scoprire gli agenti dediti a intercettare le
               comunicazioni radio militari o a trasmettere informazioni verso altri Paesi, sede dei propri centri
               di riferimento.

               Le fonti
               La gran parte della documentazione utilizzata in questo volume proviene dall’Archivio dell’Ufficio
               Studi della Stato Maggiore dell’Esercito (AUSSME).
               Per gli aspetti della Communication Intelligence si è attinto anche dall’Archivio Storico della
               Guerra Italo Austriaca, 1915 - 1918 del Comando generale del Genio, custodito presso l’Istituto
               Superiore di Cultura dell’Arma del Genio (ISCAG). Interessanti documenti e cifrari sono stati
               rinvenuti presso la biblioteca dello stesso Istituto. Va inoltre menzionato il materiale proveniente
               dagli archivi degli Uffici Storici della Marina (AUSSMM) e dell’Aeronautica (AUSSMA).
               La vastità della documentazione conservata presso questi archivi non ha consentito esami esau-
               stivi e non si esclude perciò che futuri ricercatori possano rinvenire per esempio altri cifrari
               italiani sfuggiti durante le ricerche alla base di questo libro.
               Le Memorie dei già citati protagonisti della guerra di Intelligence e crittologica di parte austriaca
               presenti al fronte italiano, sono state utili anche perché forniscono numerose interessanti infor-
               mazioni sui cifrari italiani  e consentono significativi confronti. Si tratta soprattutto degli scritti
               di Maximilian Ronge, custoditi presso il Kriegsarchiv di Vienna e delle Memorie di Andreas Figl
               riprodotte in alcune recenti pubblicazioni. A questi scritti si farà spesso globalmente riferimento
               nel testo denominandoli “fonti austroungariche” o “fonti austriache”.
               Tra i documenti originali utilizzati sono compresi il già menzionato taccuino di Luigi Sacco e
               l’importante relazione del Servizio Informazioni italiano conservata dal crittologo e diplomatico
               americano J. Rives Childs, oggi custodita presso la McGraw Page Library del Randolph-Macon
               College di Ashland, Virginia.
               Numerose notizie derivano infine dalla consultazione di libri e articoli riportati in bibliografia e re-




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