Page 23 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO PRIMO




                  grandi eserciti che vennero in contatto e si scontrarono nella Grande Guerra.»  e con riferimento
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                  specifico al libro del Generale austriaco, suo antagonista, aggiunge: «molti degli appunti che
                  (Ronge, N.d.A.) si compiace di rivolgere a noi, possono, con almeno altrettanto fondamento,
                  rivolgersi ai nostri avversari» .
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                  A  proposito  poi  dei  commenti  di  Ronge  sul  contributo  fornito  all’Intelligence  degli  opposti
                  schieramenti dalle intercettazioni e dalla crittografia, Marchetti evidenzia, oltre ai successi de-
                  gli ascolti telefonici compiuti a danno degli Austriaci, il grande sforzo erogato per costituire
                  nell’Esercito italiano una capacità di decrittazione dei dispacci radio telegrafici, all’altezza di
                  quella vantata dai nemici e dagli stessi Alleati dell’Italia, alcuni dei quali potevano contare, all’i-
                  nizio del conflitto, su un’esperienza notevolmente superiore a quella italiana.
                  L’Autore non fa esplicitamente il nome del maggior protagonista di questa impresa, l’Ufficiale
                  del Genio Luigi Sacco, ma fornisce alcune informazioni utili per ricostruire l’opera svolta da
                  quest’ultimo e dai suoi collaboratori, tesa a ottenere un risultato tanto impegnativo, da apparire
                  all’inizio quasi irraggiungibile.
                  A commento dell’opera di Marchetti, per alcuni aspetti chiarificatrice, si osserva che la storia
                  dell’Intelligence italiana nel periodo anteriore alla guerra risulta delineata in modo incompleto
                  e, per certi versi, riduttivo, mentre il disegno dei flussi informativi e dei filtri interposti durante le
                  operazioni della Grande Guerra emerge non sempre chiaramente, rendendo opportune le puntualiz-
                  zazioni sui temi sintetizzati qui di seguito e ampiamente sviluppati nella prima parte di quest’opera.

                  nascita ed evoLuzione deLLa branca informazioni neLL’esercito itaLiano
                  Uno degli argomenti sui quali si è molto disquisito, spesso senza adeguati approfondimenti,
                  concerne l’epoca in cui ha avuto origine il Servizio informazioni nell’Esercito italiano. Secondo
                  l’opuscolo sulla storia del servizio edito nel 1957 dal SIFAR: «Le origini del nostro servizio in-
                  formazioni sono relativamente recenti. Rimontano, cioè, a poco più di cinquanta anni fa, precisa-
                  mente all’anno 1900, quando l’attività informativa, svolta fino ad allora senza preciso indirizzo
                  e coordinamento, senza organi speciali e qualificati, cessò di avere quel carattere frammentario
                  e rudimentale che l’aveva contraddistinta».
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                  Se l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (AISI) ha, in tempi recenti, retrodatato al 1855
                  le origini della branca informazioni dello Stato Maggiore dell’Esercito,  non è affatto di impor-
                                                                                   11
                  tanza secondaria individuare con chiarezza le circostanze della nascita dell’attività informativa
                  e della sua evoluzione che ha condotto alla costituzione dell’Ufficio Informazione propriamente
                  detto negli ultimi anni dell’Ottocento.
                  A quest’ultimo proposito, gran parte degli storici, a cominciare da Odoardo Marchetti e dallo
                  stesso SIFAR, ente erede delle tradizioni dell’Ufficio Informazioni del Comando del Corpo di
                  Stato Maggiore, hanno evidenziato, a fattor comune, le scarse risorse umane e finanziarie, la ri-
                  dotta operatività ed efficienza del servizio informazioni italiano dalle sue origini fino alla vigilia
                  della Grande Guerra.  12

                  8   ibidem, p. 7,8.
                  9   ibidem, p.102.
                  10   Stato Maggiore della Difesa - SIFAR, Il servizio informazioni militare italiano dalla sua costituzione alla fine della
                  seconda guerra mondiale, s.l., 1957, p. 5. Accenni simili si trovano in Giuseppe Conti, Una guerra segreta. Il SIM nel
                  secondo conflitto mondiale, Il Mulino, Bologna, 2009 e in Aldo Giambartolomei, I servizi segreti militari italiani, “Rivista
                  Militare”, maggio-giugno 1983. Anche Cesare Amè, che fu Capo Servizio nel 1940-1943 ha datato al 1900 «“l’istituzione
                  ufficiale di un modesto organo centrale direttivo e coordinatore» (Guerra segreta in Italia 1940-1943, Casini, Roma, 1954).
                  11   Dello stesso avviso è stato Ambrogio Viviani in I servizi segreti italiani 1815-1985, adnktonos, Roma, 1985, p. 86: «L’at-
                  to di nascita dei Servizi Segreti militari di informazione italiani è riferibile al 1855.»
                  12   Ha scritto a riguardo Tullio Marchetti che fu capo dell’Ufficio Informazioni della 1ª Armata durante la  guerra in Ventotto
                  anni nel servizio informazioni militari (Esercito) nel 1960: «L’Ufficio Informazioni del Corpo di Stato Maggiore in Roma,
                  l’organo centrale cui spettava galvanizzare tutto il servizio […] nacque tardi, solo alla fine del 1900, sotto la direzione del


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