Page 27 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 27

CAPITOLO PRIMO




                        i perfezionamenti raggiunti dal nemico nel proprio servizio informazioni (basterà accennare
                        allo sviluppo assunto dalla intercettazione radiotelegrafica sussidiata da un meraviglioso
                        servizio criptografico)
                  aggiungendo nella nota a piè di pagina:

                        Durante il ripiegamento (italiano dall’Isonzo al Piave), il rilevamento delle nostre stazioni
                        radiotelegrafiche e la decifrazione dei nostri radiotelegrammi servì allo stato maggiore au-
                        striaco per identificare la nostra linea di ripiegamento.
                        Da documenti catturati dopo l’armistizio è risultato che il nemico aveva trovato la chiave di
                        quasi tutti i nostri cifrari compresi i più gelosi e complicati: si comprende perciò in quale stato
                        di terribile inferiorità si svolgesse il nostro giuoco militare e diplomatico contro di lui.
                                                                                               18
                  Come già accennato, gli organi di stampa italiani conferirono notevole risalto a questo passo
                  della relazione e il Corriere della Sera  lo riprodusse, provocando un’ovvia soddisfazione tra i
                                                     19
                  capi del Servizio Informazioni austriaco, impiegati durante la guerra nei reparti crittografici che
                  diffusero prontamente la notizia tra tutti i loro ex dipendenti.  Le frasi della Commissione hanno
                                                                         20
                  goduto poi di una larga notorietà internazionale anche perché riprodotte, negli anni successivi,
                  da numerosi storici non soltanto austriaci.
                  Il giudizio sopra riportato ha contribuito in modo decisivo a convalidare una tesi diffusa ancor
                  oggi e tendente ad accreditare all’Austria Ungheria una preminenza crittologica sull’Italia nel
                  corso di tutta la Grande Guerra, com’è dimostrato dall’excursus presentato qui di seguito delle
                  pubblicazioni comparse sul tema dal dopoguerra fino ai giorni nostri. Il generale silenzio e tal-
                  volta l’adesione passiva degli storici italiani a quest’assunto è stato interrotto dalla “reazione”
                  contenuta nel libro di Osvaldo Marchetti  che, confutando le affermazioni della Commissione
                  d’inchiesta sulle vicende di Caporetto, chiede ironicamente:

                        Di quasi tutti i nostri cifrari? di quali? Di quelli diplomatici o di quello rosso o di qualche
                        Mengarini o del cifrario militare tascabile? O le chiavi dei cifrari più gelosi e segreti che non
                        risulta siano stati tempestivamente ricavate dal nemico? Noi non crediamo che si debba dare
                        eccessiva fiducia alle affermazioni dell’avversario … .
                                                                    21
                  Dieci anni più tardi Luigi Sacco, pur non facendo esplicito riferimento alla relazione della Com-
                  missione, rivendicherà alcuni dei successi ottenuti dal proprio Reparto, nella lotta crittologica
                  condotta durante la Grande Guerra contro l’analogo servizio dell’Esercito austro ungarico.
                  Ciò nonostante, la tesi dell’assoluta inferiorità italiana continua a circolare ancor’oggi, grazie a pub-
                  blicazioni di vario genere, soprattutto di origine austriaca, com’è illustrato nelle pagine successive.
                  Si giustifica pertanto pienamente l’analisi condotta nei capitoli seguenti, tendente a chiarire la
                  situazione esistente nei comparti della Communication Intelligence e della Sicurezza delle te-
                  lecomunicazioni non solo negli ultimi mesi del 1917, ma lungo tutto il conflitto. Riveste anche
                  indubbio interesse la ricerca mirata a individuare le fonti delle informazioni che hanno consenti-
                  to alla Commissione - sulla cui competenza nel settore è lecito avanzare almeno qualche dubbio
                  - di esprimersi su temi specialistici come le comunicazioni radio e la crittografia.



                  18   Relazione della Commissione d’Inchiesta, R.D. 12 gennaio 1919, N° 35, Dall’Isonzo al Piave  24 ottobre – 9 novembre
                  1917, Stabilimento Poligrafico per l’Amministrazione della Guerra, Roma, MCMXIX, Vol. II, p. 50 e s.
                     Il Corriere della Sera inizia a pubblicare giornalmente a cominciare dal 12 agosto del 1919 una serie di articoli in cui si
                  19
                  riassumono i contenuti della Relazione della Commissione. Le frasi di cui sopra sono riportate nel numero del 19 agosto 1919.
                  20   Johann Prikowitschy, Drahtlose Telegraphie in der k.(u.)k. Armee und Marine, Heeres Geschichtliches Museum, Wien.
                  2016, p. 386 - 387.
                  21   O. Marchetti, op. cit., p. 182.


                                                                                                      27
   22   23   24   25   26   27   28   29   30   31   32