Page 333 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO DODICESIMO
Lascia infine molto perplessi la dichiarazione rilasciata da Badoglio alla Commissione d’inchie-
sta in cui egli afferma di aver assunto, il 9 di ottobre, accordi con l’Ispettore telegrafico d’Armata
per «l’impianto di una stazione RT presso i posti di comando di ciascuna delle Divisioni dipen-
denti e presso la nuova sede del Corpo d’Armata a Kosi. La ristrettezza del tempo non doveva
poi consentire la completa attuazione del programma». La richiesta può aver effettivamente
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compreso un nuovo impianto a Kosi, alla cui mancanza Badoglio aveva però sopperito spo-
stando in quella località gli apparati e l’antenna di M. Ostrykraz. Sorge allora il sospetto che il
Generale abbia voluto far credere che il 24 ottobre egli, trovandosi a Kosi, fosse privo di stazione
radio, per cercare così di nascondere la disavventura occorsagli.
Al contrario, particolare menzione merita l’eroica resistenza della Stazione di Monte Santo che
«fino all’ultimo momento riuscì, in mezzo alla lotta feroce, sotto il fuoco incessante dell’arti-
glieria nemica, a mantenere sempre stretto il collegamento con le stazioni RT dei vari altri Co-
mandi e dell’osservatorio di artiglieria di Dragovice, ed in ultimo solo con quelle del Comando
Supremo (Udine) dalla quale attese che le fosse dato l’ordine di ripiegare quando già tutte le altre
stazioni RT, anche più arretrate, si erano da tempo ritirate». 41
Ricevuto l’ordine, la stazione interruppe il servizio nel pomeriggio del 26 ottobre e il personale
sfuggì all’accerchiamento, portando con se anche gli apparti che poi dovette rendere inservibili
e abbandonare lungo il percorso, per mancanza di mezzi di trasporto adeguati.
12.4 DALL’ISONzO AL PIAVE
gLi “spianti” deLLe stazioni rt
Nei giorni dal 25 al 28 ottobre, gran parte della restante rete radio della 2 Armata è progressi-
a
vamente disfatta. Soltanto due delle restanti stazioni vengono distrutte dai tiri dell’artiglieria
nemica, a conferma della elevata capacità di sopravvivenza degli impianti radio, mentre tutte le
altre, compresa quella fissa da 3 KW di Osoppo, per la mancanza di adeguati mezzi di trasporto,
subiscono la demolizione per mano degli addetti al fine di evitarne la cattura. Anche nei reparti
dell’Armata che si ritirano ordinatamente, i Telegrafisti riescono a portare in salvo normalmente
i cifrari con gli altri documenti riservati, ma solo in qualche caso sono in grado di trasferire gli
apparati in cofani o portatili a Codroipo, ove si era formato un centro di raccolta.
Si salva quasi miracolosamente la stazione autocarrata da 1,5 KW di Cormons, addetta al Comando
d’Armata, riattivata il 31 ottobre in località Poscia presso Pordenone ove trovano provvisorio allog-
gio il Comando e la Sezione radiotelegrafica addetta, per poi spostarsi definitivamente a Este. Dal
28 fino alla fine di ottobre nessuna trasmissione radio è effettuata da altre stazioni di questa Armata.
Per assicurare le comunicazioni tra gli altri Comandi durante la ritirata, le Compagnie Telegrafisti
compiono enormi sforzi al fine di adattare alle esigenze dell’Esercito la rete fissa di proprietà
statale o privata esistente nei territori attraversati, come è descritto nei rapporti degli Ispettorati
Telegrafici delle Armate.
Ronge descrive così, con viva soddisfazione, la drammatica situazione delle radio comunica-
zioni italiane: «Appena una loro stazione s’era fissata in una località, subito doveva telegrafare
“spianto”. In seguito si faceva sentire più indietro e cercava di stabilire la comunicazione col suo
comando, ma infine il progredire della nostra offensiva la faceva sparire ancora più indietro».
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del motivo per cui la stazione era tanto bersagliata.
40 Commissione d’Inchiesta su Caporetto, Stralcio della relazione Badoglio, Offensiva nemica dell’ottobre e controprepa-
razione per parte del XXVII Corpo, AUSSME, fondo H4, busta 65.
41 Ispettorato Generale del STM, Relazione Tecnica sul Servizio Radiotelegrafico dell’Esercito operante durante la Guerra
Italo - Austriaca (1915 – 1918), p. 18, ISCAG, Racc. 242.
42 M. Ronge, Spionaggio., p. 313.
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