Page 335 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 335
CAPITOLO DODICESIMO
ordini operativi o addirittura di tentativi d’inganno, nonostante le difficili condizioni della ritirata.
Si verificano inoltre, come si vedrà tra poco, ritardi nel processo di decrittazione che spesso non
consentono di utilizzare in tempo utile eventuali informazioni contenute nei dispacci italiani.
probLemi di comunicazione neLL’esercito austriaco
Durante lo spostamento dall’Isonzo al Piave, risulta estremamente difficile agli Eserciti degli
Imperi Centrali realizzare collegamenti via filo con una rapidità compatibile con quella di spo-
stamento delle unità combattenti e le interruzioni delle linee, operate sistematicamente dagli ita-
liani, rendono quasi impossibile il tempestivo ripristino degli impianti preesistenti nel territorio
occupato. Ma mentre le Divisioni tedesche sopperiscono a questa mancanza con collegamenti
radio, lo stesso Ronge deve ammettere che per l’indisponibilità di adeguati mezzi di trasporto nei
reparti telegrafisti, necessari per realizzare tempestivamente collegamenti via filo, si è verificata
una grave carenza di comunicazioni «oggetto anche di esplicita accusa da parte del Comando
tedesco nei confronti dell’Esercito Austro Ungarico». Le poche stazioni radio austriache inter-
49
cettate e localizzate dagli Italiani non erano certo sufficienti a garantire un efficiente servizio di
carattere generale e probabilmente alcune di esse trasmettevano addirittura in deroga alle dispo-
sizioni generali impartite dagli alti comandi sull’impiego della radio.
La mancanza di un efficiente sistema di telecomunicazioni nell’Esercito Austro Ungarico po-
trebbe essere la causa di numerosi inconvenienti come gli “incroci” tra divisioni tedesche e
austriache, con conseguenti gravi ritardi nella loro marcia tendente a raggiungere i ponti sul
Tagliamento prima che gli Italiani potessero distruggerli. 50
Inoltre, se la II Armata austro ungarica avesse effettuato o consentito ai Tedeschi di effettuare
una manovra di conversione verso Sud, la strada della ritirata della 3 Armata italiana sarebbe
a
probabilmente stata tagliata, impedendole di attraversare il Tagliamento e condannandola alla di-
struzione. Quest’operazione che, se riuscita, avrebbe inflitto all’Esercito italiano un colpo forse
51
mortale, abortì secondo i generali Krafft e Krauss, principalmente per la scarsa flessibilità dei co-
mandi austriaci e in particolare del Generale Boroevic che non avrebbe accettato alcuna modifica
al piano iniziale. Il primo dei due Autori citati fa però intendere che non sia da escludere, come
causa di questo e di altri problemi, la notevole durata dei tempi di comunicazione poiché sostiene
che «gli alti comandi austro-ungarici erano rimasti moto indietro: a getto continuo essi emettevano
ordini che, una volta giunti a destinazione, più non corrispondevano alla realtà della situazione».
52
Si ritiene che la mancanza di collegamenti radio abbia influito negativamente anche sul funzio-
namento del servizio di intercettazione e decrittazione, come ammesso dalle fonti austriache che
riconoscono come la più generale carenza di mezzi di telecomunicazione abbia determinato rile-
vanti problemi nella trasmissione dei dispacci intercettati dalle stazioni radio ai Penkala. Ritardi
con durata finanche di 36 ore si sono verificati, in alcuni casi, perché i telegrammi dovevano
essere portati a piedi dalle stazioni fino ai posti telefonici più vicini ove era necessario attendere
molto tempo, prima di poterli comunicare al centro di decrittazione.
53
Parlando dei preparativi messi in atto dal proprio Servizio durante la preparazione della battaglia
del Solstizio, Ronge ammette: «si presero tutte le misure perché non vi fosse alcuna stasi durante
49 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p, 26.
50 Christian Ortner, Caporetto, Convegno internazionale dal titolo: “Sacro egoismo” o “fellonia senza pari”? Austria e
Italia nella prima guerra mondiale, 27 - 29 maggio 2015, österreichisches Historisches Institut, Roma
51 K. Kraft, op. cit. p.232 - 237; A. Krauss, op. cit. p.196.
52 K. Kraft, op. cit. p. 280. Kraft sostiene, per esempio, che se fosse stato possibile informare tempestivamente Boroevic
sulla presenza di unità tedesche a Latisana ove “puntava” l’ala destra della 2 Armata austriaca, il Generale austriaco avreb-
a
be forse cambiato i propri ordini (ibidem, p. 233).
53 M. Ronge, Der Radiohorch, op. cit., p. 26. Altri inconvenienti si registrano per motivi organizzativi, come lo smarrimento
di stazioni intercettatrici o la mancanza di sincronismo tra gli spostamenti del personale e dei materiali.
335

