Page 340 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               Molto simile allo “Stern”, da cui differisce solo per le parole cifranti a cinque lettere, è il così
               detto “Tunis” che sarà introdotto nel 1918 in Bessarabia. La parola “tunis” ha la stessa funzione
               di “stern” nel repertorio precedente.
               I cifrari che gli Italiani indicano mediante le sigle CW e Carnia, entrambi repertori contenenti
               1.000 voci, entrano molto probabilmente in servizio proprio nell’ ottobre - novembre del 1917,
               quando anche gli Austroungarici «si convertono ai codici».  Naturalmente, l’Autore di questo
                                                                      67
               commento si riferisce a cifrari di servizio e campali poiché, come già illustrato, la Marina, gli
               Alti Comandi dell’Esercito e la Diplomazia austriaci impiegavano, da tempi anteriori all’inizio
               della guerra, codici di vario tipo, anche di notevoli dimensioni.
               Le caratteristiche del “Carnia”, repertorio ordinato di mille gruppi da 000 a 999, sono illustrate
               nell’Annesso H ove si mostra un elenco di un centinaio di termini noti, insieme a uno dei primi
               due radiogrammi intercettati (Fig. H.5 e Fig. H.6). Si nota come l’elenco contenga esclusiva-
               mente i termini dei due crittogrammi sopracitati e trasmessi agli Alleati, il che fa supporre che il
               Reparto crittografico possedesse una lista più ampia.
               All’epoca in cui è stato redatto il documento italiano inviato agli Alleati, il “CW” non era ancora
               completamente ricostruito, ma i gruppi cifranti già noti bastavano per l’interpretazione della
               maggior parte dei crittogrammi.
               Nel documento della Sezione R sono compresi anche i codici “AK” e “SH”, descritti nei prece-
               denti capitoli e rimasti in vigore anche durante la resistenza italiana sul Piave. Infatti, il critto-
               gramma decrittato, riportato come esempio di impiego del codice “AK” e riprodotto nella figura
               12.5, diviene in chiaro: «l’artiglieria pesante (italiana, N.d.A.) del Montello spara singoli colpi
               nella zona di San Salvatore». 68



































                       12.5 Radiogramma austroungarico decrittato al fronte del Piave (cortesia di Flavia Reed
                       Owen Special Collections & Archives, McGraw-Page Library, Randolph-Macon College,
                       Ashland, Virginia)


               67   D. Kahn, op. cit., p. 319.
               68   Il Castello di San Salvatore in Susegana, collocato sulla sponda sinistra del Piave, fu oggetto di intensi bombardamenti italiani.

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