Page 347 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
P. 347

CAPITOLO DODICESIMO




                  a causa sia della disponibilità della rete fissa di Telecomunicazioni nei territori attraversati da
                  questi ultimi, sia delle limitate possibilità di trasmissione radio imposte dalle precarie condizioni
                  nel corso della ritirata. Ad esempio, i resti della 2 Armata potevano contare, come si è visto, su
                                                                a
                  una sola stazione radio funzionante e la 3  Armata riusciva nel corso di brevi soste ad operarne
                                                        a
                  quattro, a fronte delle numerose stazioni soprattutto tedesche.
                  Per quanto riguarda poi la penetrazione dei cifrari all’epoca usati dagli Italiani, la situazione già
                  largamente illustrata è, in estrema sintesi, la seguente:
                   • Lo “Speciale” per le grandi unità, grazie all’impiego delle tabelle di sopracifratura applicate
                     da alcuni mesi, non era ancora stato risolto dagli Austriaci e lo sarà, solo nell’ultima decade
                     di novembre, quindi quasi alla fine della battaglia d’arresto;
                   • Alcune delle unità subordinate usavano una prima versione del cifrario “D”, non risolto  du-
                     rante la guerra e molte altre applicavano sistemi di propria produzione, alcuni dei quali non
                     individuati dagli Austriaci. Il cifrario “Militare tascabile” veniva impiegato molto raramente
                     per le radiocomunicazioni;
                   • Sin dai primi giorni del novembre 1917, il cifrario di servizio CFbis, più difficilmente “ma-
                     neggiabile” dagli analisti austriaci, sostituisce il “C2” e il “C4” ad essi ben noti, con un con-
                     seguente periodo di black out durato almeno venti giorni.
                  In definitiva, nel periodo qui considerato, la conoscenza da parte austriaca dei cifrari italiani era
                  solo parziale e in pratica le decrittazioni effettuate dai Penkala della XIV Armata austro tedesca
                  durante lo spostamento del fronte si devono, con ogni probabilità, all’impiego da parte delle sta-
                  zioni italiane dei cifrari C2 e C4, durato fino ai primi giorni di novembre, quando hanno ricevuto
                  il nuovo cifrario di servizio CFbis.
                  La relazione della Commissione, usando le parole «quasi tutti» con riferimento ai cifrari noti agli
                  Austriaci, ha molto probabilmente tenuto conto dei quattro cifrari indicati da Marchetti  come
                  non forzati durante il conflitto, dimostrando così un’approssimazione che denota la mancanza
                  di informazioni puntuali sulla situazione della Radio Intelligence negli opposti schieramenti,
                  specie durante il periodo critico degli ultimi mesi del 1917.
                  Documentata così l’infondatezza delle asserzioni della Commissione, rimangono da individuare
                  gli eventuali vantaggi operativi ottenuti dagli Austro Tedeschi con le loro intercettazioni e decrit-
                  tazioni, nel corso degli eventi qui descritti.
                  Le testimonianze riportate in precedenza mostrano come sia difficile attribuire all’attività dei
                  Penkala risultati tangibili riguardo alle conoscenze in possesso degli Italiani sui preparativi d’at-
                  tacco,  e tantomeno alcun merito per i successi conseguiti dalla XIV Armata nello sfondamento
                       90
                  avvenuto nella conca di Plezzo e nel saliente di Tolmino.
                  Secondo le fonti già citate, durante lo spostamento del fronte dall’Isonzo al Piave, alcune interes-
                  santi informazioni sarebbero state ottenute dagli Austro Tedeschi mediante la Radio Intelligence.
                  Tuttavia, a dimostrazione della difficoltà di dedurre informazioni affidabili dall’interpretazione
                  di quei dispacci radio, si adduce l’involontaria testimonianza del Generale Kraft, in relazione ai
                  tentativi di comprendere le intenzioni dei Comandi italiani circa la scelta della linea ove opporre
                  l’estrema resistenza, al termine della ritirata.
                  Il 31 ottobre, lo spianto delle stazioni radio del Trentino fa ritenere il Piave come possibile linea
                  difensiva; il 2 novembre lo spostamento del Comando della 3 Armata e del suo impianto radio
                                                                           a
                  da Motta di Livenza a Pordenone e la notizia dell’arrivo di truppe francesi in Italia fa conside-
                  rare probabile l’intenzione di «consolidarsi sul Tagliamento»; il 3 novembre alcuni dispacci del
                  Comando Supremo italiano inducono a credere che Cadorna avesse deciso di «tenere la linea




                  90    Le informazioni trasmesse giornalmente, dal 26 agosto al 24 ottobre, dal Servizio I all’Ufficio Situazione, comprendenti
                  quelle dedotte dai telegrammi giunti dalla Sezione R, sono in O. Marchetti  Il Servizio, op. cit., p. 183 - 190.


                                                                                                     347
   342   343   344   345   346   347   348   349   350   351   352