Page 54 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)
coinvolgimento italiano nella famosa vicenda centrata sul presunto tradimento del Capi-
tano francese. Sono state poi avanzate altre interpretazioni riguardo ai motivi che avreb-
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bero spinto l’Addetto militare italiano a intraprendere il tentativo di scagionare Dreyfus,
ravvisabili per esempio nella conoscenza dell’identità della vera spia da parte sua come
del suo omologo tedesco.
Di fatto, il telegramma fu decrittato inizialmente in modo parziale e distorto dai Servizi
francesi e usato, in sede giudiziaria, come capo d’accusa contro Dreyfus. Particolarmen-
te interessante è la cifratura del telegramma effettuata mediante il codice commerciale
Baravelli, in vendita pubblica, dimostrando come l’Esercito italiano non disponesse all’e-
poca di un proprio cifrario adatto a questo tipo di comunicazioni. 47
A proposito delle ricognizioni svolte da Ufficiali italiani in territorio francese, il 13 giu-
gno 1899 fu arrestato a Nizza, con l’accusa di spionaggio, il generale Giletta conte di San
Giuseppe. Originario di Nizza, il Giletta possedeva una villa nelle Alpi Marittime e com-
piva frequenti escursioni, prendendo sistematicamente appunti sui piani di fortificazioni
francesi presso la frontiera. I suoi movimenti erano noti da tempo alla polizia francese
che lo aveva già arrestato rilasciandolo immediatamente e sembra si sia decisa ad arre-
starlo di nuovo in relazione a un misterioso furto di documenti segreti avvenuto qualche
giorno prima. Questa volta il Generale, processato per direttissima, subì una condanna a
cinque anni di prigione, ma per un accordo intervenuto tra i Ministri degli Esteri italiano
e francese, rinunciò a ricorrere in appello e ottenne la grazia. Scambiato al confine con
tre soldati francesi che avevano sconfinato, venne alla fine espulso dall’Esercito italiano,
sembra per un impegno assunto in tal senso con i Francesi. 48
L’attività informativa dei comandi miLitari territoriaLi
Negli anni Novanta, i comandi di corpo d’armata territoriali dislocati alle frontiere e in Sicilia
furono maggiormente coinvolti nell’attività informativa verso gli Stati esteri, riconoscendo che:
per lo passato, oltreché dagli addetti militari, il servizio informazioni sugli Stati limitrofi
era fatto direttamente, almeno in gran parte, dal Comando del Corpo di Stato Maggiore e
solo sussidiariamente dai corpi d’armata di frontiera. Ma i risultati ottenuti recentemente
dai corpi d’armata e la difficoltà sempre crescente di reclutare abili informatori, per gli in-
cidenti d’oltre frontiera, hanno indotto a decentrare a poco a poco il servizio in parola verso
i predetti comandi, riservando al Comando del Corpo la direzione del servizio stesso, l’im-
piego di qualche speciale informatore permanente e l’invio eventuale di ufficiali all’estero
in missioni temporanee. 49
La prima iniziativa in tal senso riguarda nell’ottobre 1892 il comando del XII Corpo d’armata, di
stanza in Sicilia, a cui si affida il servizio informazioni su Algeria, Tunisia e Tripolitania. Nel 1894,
previa accordi col Ministero della Guerra, il decentramento è applicato anche ai corpi d’armata di
frontiera, con facoltà d’inviare ufficiali in licenza all’estero con incarichi speciali.
Il testo del telegramma in chiaro era: «Se il Capitano Dreyfus non ha avuto rapporti con voi, converrebbe far pubblicare
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all’Ambasciatore un documento ufficiale per evitare i commenti di stampa».
C. Colavito, Telegrafi e Telegrafisti, Storia delle prime comunicazioni elettriche in Italia, Aracne, Roma, 2014, p. 352 – 353.
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Pascal Krop, Les secrets de l’espionnage française de 1870 à nos jours, Payot, Paris, 1995, p. 59-62.
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Foglio in data 4 gennaio 1895, Ordinamento e funzionamento del Reparto Operazioni, Comando del Corpo di Stato
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Maggiore, AUSSME, fondo G-24.7 Ufficio del Capo di Stato Maggiore, busta 6.
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