Page 50 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




                     Stato. […] Del secondo mezzo non si ha finora che qualche embrione, si è fatto cioè soltanto
                     qualche tentativo di legare intelligenze, mediante i nostri consoli con mediocri individui atti
                     a servire da emissari in guerra. […] Si spendono attualmente circa 100.000 lire annue per
                     avere quattro addetti militari, i quali, in un’epoca di tanta pubblicità come la nostra, non po-
                     trebbero, malgrado tutta la loro buona volontà, rendere grandi servigi. Ora è certo che, con
                     meno di tale somma, si potrebbe organizzare un sistema di agenti segreti, che, forse di poca
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                     utilità in pace, renderebbero certamente in guerra dei servigi della massima importanza.
               Il potenziamento degli organi informativi rifletteva il nuovo attivismo della politica estera italiana
               che proprio nel 1882 vide la stipula del trattato di alleanza con Germania ed Austria-Ungheria e
               l’inizio dell’avventura africana con la dichiarazione della baia di Assab quale colonia italiana.
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               L’importanza acquisita dall’Italia in campo internazionale portò all’ampliamento del numero de-
               gli Stati oggetto di attenzione informativa. Così nel 1887 gli Uffici n. 1, 2 e 3 furono chiamati ad
               interessarsi di molte altre nazioni e specificatamente di: Romania, Serbia, Montenegro, Bulgaria,
               Svezia, Norvegia, Danimarca, Persia, Giappone e Cina (Ufficio n. 1); Algeria, Tunisia, Cocincina,
               Annan e Tonchino, Impero britannico con India, Birmania e colonie, Stati Uniti d’America, Olanda
               (Ufficio n. 2); Turchia, Grecia, Spagna, Portogallo, Africa (esclusa Algeria e Tunisia) e America
               del sud (Ufficio n. 3). 36

               L’attività informativa in guerra
               Ancora nel 1882, il Ministero della Guerra produsse il Regolamento di servizio in guerra rela-
               tivo alle truppe, che conteneva vari riferimenti alle funzioni informative in operazioni, citando
               esplicitamente l’”Ufficio delle informazioni” costituito presso il quartier generale dell’Esercito e
               pienamente operativo all’atto della mobilitazione. Nel Regolamento si codificarono le principali
               attività tendenti a raccogliere notizie sul nemico o sul territorio del teatro di guerra mediante
               ricognizioni e informazioni segrete. A quest’ultimo scopo, nell’Ufficio Informazioni:

                     affluiscono, si raccolgono e si coordinano le notizie avute mediante emissari, agenti, rica-
                     vate dallo esame di corrispondenze sequestrate, da giornali, dall’interrogatorio di disertori,
                     prigionieri di guerra, abitanti del paese, ecc. […] Prima d’iniziare un combattimento, come,
                     in genere, qualsiasi operazione di guerra, il comandante deve con ogni mezzo procurare di
                     raccogliere le maggiori informazioni intorno alla forza, alle disposizioni ed alle intenzioni
                     dell’avversario, non che alla configurazione ed ai caratteri tattici del terreno. […].
               Il Regolamento indicava anche le “ricognizioni speciali” affidate in tempo di pace a ufficiali
               del Comando del Corpo di Stato Maggiore, generalmente isolati, al fine «di raccogliere notizie
               generali intorno alle forme, alla natura ed ai mezzi economici di un teatro di guerra o di un suo
               determinato tratto. Sono altresì ricognizioni speciali quelle che si fanno per stabilire dei lavori
               di difesa o per determinare i modi ed i mezzi come attaccare le posizioni fortificate. Le prime


                  Foglio n. 40 in data 20 dicembre 1882 a firma del generale Ricci, AUSSME, fondo G-24.7 Ufficio del Capo di Stato
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               Maggiore, busta 3. Nel prosieguo della lettera il generale avanzò alcune proposte sull’organizzazione dell’attività informa-
               tiva e sul reclutamento degli agenti segreti. Occorreva stabilire: «relazioni ordinarie o speciali attraverso la linea di confine,
               che potevano essere stabilite specialmente dai comandanti dei corpi d’armata di frontiera mediante le molte risorse di cui
               essi dispongono (compresi alpini, guardie doganali, carabinieri, sindaci, ecc.); preparazione, fin dal tempo di pace, di alcuni
               uffici d’informazione retti da agenti segreti. […] Per trarre da tale sistema d’informazione la massima utilità dovranno fun-
               zionare in vicinanza del confine alcuni uffici di accentramento, depuramento e controllo delle notizie raccolte.»
                  Seguì nel 1885 lo sbarco a Massaua di un corpo di spedizione italiano. Si veda A. Gaibi, Manuale di storia politico-mi-
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               litare delle colonie italiane, Comando del Corpo di Stato Maggiore – Ufficio Storico, Roma, 1928.
                  Ordine del giorno n.11 del 31 maggio 1887 dell’Ufficio del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, AUSSME, fondo L-3
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               Studi particolari, busta 296. Con ordine del giorno n. 4 dell’8 aprile 1893 le questioni relative allo studio della Turchia e
               della Grecia furono trasferite all’Ufficio n. 2.


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