Page 62 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               gLi addetti miLitari
               Le Istruzioni riportavano, in un’appendice riservatissima, le prescrizioni a cui dovevano attener-
               si gli addetti militari nell’espletamento delle loro funzioni e le norme per l’esecuzione di speciali
               incarichi relativi a ricognizioni d’oltre frontiera.
               Le designazioni per la nomina o la sostituzione dei vari addetti erano inviate dal Capo di Stato
               Maggiore dell’Esercito al Ministero della Guerra, che si rivolgeva a quello degli Affari Esteri per
               le pratiche occorrenti all’accreditamento ufficiale.
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               Gli addetti militari erano incaricati di tenere il Comando del Corpo di Stato Maggiore al corrente
               sulla potenzialità militare degli Stati presso i quali erano accreditati. Essi, quindi, seguivano at-
               tentamente la discussione delle leggi militari, le disposizioni per la preparazione del personale,
               delle truppe, dei materiali e del terreno, le variazioni negli alti gradi, l’organizzazione dei servizi,
               le istruzioni, le manovre e ogni altro elemento utile a conoscere la situazione, le tendenze e i pro-
               gressi degli eserciti esteri che essi erano incaricati di studiare. Gli Addetti raccoglievano, inoltre,
               le informazioni che occorrevano per rispondere ai quesiti che il Comando del Corpo rivolgeva
               loro e contribuivano all’aggiornamento dei dati posseduti dal Comando stesso.
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               Nella ricerca di informazioni, gli Addetti dovevano sempre mantenersi nei limiti consentiti dalla
               posizione ufficiale ricoperta, dall’ambiente, dalle consuetudini locali e dal trattamento fatto agli
               addetti militari esteri accreditati presso il Governo italiano. Essi, quindi, ricevevano comunica-
               zioni sulle speciali concessioni fatte a questi ultimi, onde poterne trarne, all’occorrenza, indica-
               zioni per ottenere la reciprocità di trattamento.
               Gli Addetti militari non dovevano stringere o mantenere rapporti di sorta con agenti segreti
               (spioni, emissari, agenzie d’informazioni) nel paese nel quale erano accreditati. Ove avessero
               ricevuto lettere, offerte o comunicazioni di qualsiasi forma relative ad affari di spionaggio, dove-
               vano astenersi, nel modo più assoluto, dal rispondere, trasmettendo al Comando del Corpo ogni
               comunicazione ricevuta. Qualora taluna delle accennate persone avesse sollecitato dagli addetti
               militari qualche intervista, essi dovevano fare il possibile per esimersene e, in ogni caso, non
               accettare convegni dei quali non fosse ben chiara ed esplicitata la ragione. Ove poi non avessero
               potuto sottrarsi a qualche incontro fortuito e avessero ricevuto verbalmente offerta di servizi del
               genere, dovevano verbalmente rispondere che tali pratiche risultavano assolutamente all’infuori
               delle loro attribuzioni e che perciò non intendevano e non potevano occuparsene. Infine, qualora
               avessero ricevuto dai colleghi di altre nazioni proposte di acquisto in comune di documenti o di
               ricerca di speciali informazioni, non dovevano assumere alcun impegno prima di averne infor-
               mato il Comando del Corpo e di aver ottenute le opportune istruzioni al riguardo. 72








                  La durata della missione degli addetti militari era per consuetudine da 4 a 6 anni, modificabile dal Capo di Stato Maggiore
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               dell’Esercito in relazione alle esigenze del servizio, alla posizione ed alla carriera dei singoli ufficiali. Gli addetti militari,
               come tutto il personale addetto alle rappresentanze diplomatiche, dipendevano e ricevevano istruzioni dai rispettivi capi
               missione per tutti i rapporti con le autorità estere e in relazione al loro contributo nel funzionamento della rappresentanza
               diplomatica, comunicando ad essi i rapporti di maggiore importanza. Per il servizio tecnico, per tutte le pratiche di governo
               disciplinare e per quelle di carattere amministrativo, dipendevano dal Comando del Corpo di Stato Maggiore, dal quale
               ricevevano tutte le istruzioni necessarie ai fini della missione loro affidata. Il Primo aiutante di campo generale di S.M. il
               Re dava, invece, agli addetti militari le istruzioni che credeva, e corrispondeva direttamente con essi.
                  Oltre che sulle notizie riguardanti le forze terrestri, gli addetti dovevano riferire anche sulle principali novità interessanti
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               la Marina degli stessi Stati, sempre quando non esistevano per tale servizio gli addetti navali.
                  I compiti degli addetti militari furono, poi, codificati nel settembre 1913 nella pubblicazione n. 704-R dell’Ufficio
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               Segreteria del Reparto Operazioni del Comando del Corpo di Stato Maggiore Raccolta delle norme e disposizioni per gli
               addetti militari presso le rappresentanze diplomatiche estere.


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