Page 63 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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CAPITOLO SECONDO




                  Le missioni speciaLi aLL’estero
                  La disavventura occorsa al generale Giletta doveva essere ben presente nella memoria dei redat-
                  tori dell’appendice alle citate Istruzioni, in cui si prescriveva di non affidare l’incarico né per-
                  mettere agli ufficiali che si recavano in ricognizione all’estero, di assumere informazioni e noti-
                  zie per ottenere le quali occorresse “esporsi” più di un viaggiatore o di un qualunque turista. Gli
                  ufficiali impegnati in tali missioni erano considerati in licenza ordinaria, viaggiavano per proprio
                  conto con regolare passaporto e senza nascondere la loro qualità. L’autorità militare, quindi, non
                  assumeva alcuna responsabilità per eventuali conseguenze derivanti da eventuali imprudenze.
                  Prima di partire, gli Ufficiali dovevano informarsi presso l’Ufficio I di tutte le prescrizioni esi-
                  stenti nei diversi Stati e riguardanti la tutela dei segreti militari, al fine di scongiurare la possi-
                  bilità che fosse fatto loro qualsiasi addebito di spionaggio, e per metterli in grado di conoscere i
                  limiti da rispettare nel percorrere il territorio. Era loro vietato di portare con se documenti o carte
                  che potessero comprometterli. Dovevano egualmente evitare di prendere appunti o di fare segni
                  su carte, che potessero riuscire compromettenti.
                  Compiuta la missione o la ricognizione, gli ufficiali dovevano compilare specifiche relazioni, da
                  presentare non oltre i trenta giorni successivi.  Tali relazioni erano indispensabili per mantenere
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                  aggiornato il quadro della viabilità e delle difese permanenti prospicienti la linea di confine; per
                  la stesura di piani di sabotaggio e colpi di mano progettati contro obiettivi sensibili del territorio
                  austriaco o francese, come gallerie e ponti ferroviari; per l’occupazione di sorpresa d’importanti
                  posizioni come passi alpini nelle fasi immediatamente successive alla dichiarazione di guerra.
                  Nel 1909 il Comando del Corpo di Stato Maggiore affidò lo studio del progetto di eventuali
                  tentativi di sabotaggio contro le ferrovie austro-ungariche ai vari comandi di corpo d’armata di
                  frontiera. Gli obiettivi principali erano costituiti dalla ferrovia della Val Pusteria, il tratto ferro-
                  viario dell’Isonzo tra Santa Lucia e Canale e la linea ferrata costiera Trieste - Monfalcone. Nel
                  1911 si intravide la possibilità di costituire alcuni depositi speciali di esplosivi, equipaggiamenti
                  e viveri in prossimità delle zone di confine, che dovevano servire alle truppe di copertura per
                  mettere a segno colpi di mano ed interruzioni in territorio austro-ungarico.  74


                  iL potenziamento deLL’ufficio informazioni
                  Anche il successore di Saletta a Capo dello Stato Maggiore dell’Esercito, il generale Alberto
                  Pollio, tenne in doverosa considerazione l’Ufficio Informazioni, che rimase alle sue dirette di-
                  pendenze.  La forza dell’Ufficio venne progressivamente aumentata, includendo un ufficiale
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                  dei Carabinieri Reali, impiegato nel servizio di controspionaggio e polizia militare e capitani
                  aggregati del Corpo di Stato Maggiore.  L’organico dell’Ufficio I non superò, però, almeno fino
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                     Istruzione per il funzionamento interno del Comando del Corpo di Stato Maggiore, giugno 1907, AUSSME, fondo F-4
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                  Ufficio Ordinamento 1874-1955, busta 8. Una serie di accordi diplomatici intercorsi tra il Governo austro-ungarico e quello
                  italiano nel 1907-1908 avevano disciplinato, con appositi regolamenti, la delicata questione delle ricognizioni d’oltre con-
                  fine: «Questo Comando, osservando come il numero degli ufficiali austriaci inviati in Italia sia andato aumentando fino a
                  raggiungere nel 1908 il numero di 25, fra Esercito Comune e le due Landwehr (tenendo conto solo di quelli pei quali si ebbe
                  regolare partecipazione), inoltra proposta a cotesto Ministero a che anche quest’anno, come già l’anno passato, siano inviati
                  alcuni ufficiali a compiere un viaggio di istruzione in Austria-Ungheria analogamente a quanto l’Austria sta facendo an-
                  nualmente sulla base degli accordi internazionali intervenuti» (foglio n. 66 in data 7 aprile 1909, Viaggi di ufficiali austriaci
                  in Italia, Comando del Corpo di Stato Maggiore – Reparto Operazioni, AUSSME, fondo G-22 Scacchiere Orientale). Nel
                  1911-1912 furono introdotte nuove norme per i viaggi di ufficiali italiani in Austria-Ungheria.
                     Si veda Maurizio Ruffo, L’Italia nella Triplice Alleanza. I piani operativi dello SM verso l’Austria-Ungheria dal 1885
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                  al 1915, SME-Ufficio Storico, Roma, 1998, p. 257-279.
                     Ordine del giorno n. 11 del 23 giugno 1910, Incarichi vari e coordinamento di lavoro tra uffici, AUSSME, fondo L-3
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                  Studi particolari, busta 297. “L’Ufficio Difesa, l’Ufficio Informazioni e l’Ufficio Istruzioni e Manovre dipendono diretta-
                  mente dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, a senso dell’ordine del giorno n. 37 del 23 agosto 1906.
                     Ogni anno, un certo numero di ufficiali, scelti dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito fra coloro che nell’anno avevano
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