Page 66 - La Grande Guerra segreta sul fronte Italiano (1915-1918) - La Communication Intelligence per il Servizio Informazioni
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LA GRANDE GUERRA SEGRETA SUL FRONTE ITALIANO (1915 – 1918)




               spedizione, il generale Caneva, però, non prestarono attenzione alle informative dell’Ufficio
               Coloniale, preferendo fidarsi delle comunicazioni del Ministero degli Esteri e della Presidenza
               del Consiglio che ritenevano l’atteggiamento degli arabi favorevole all’occupazione italiana.
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               Al fine di organizzare sul campo il servizio informazioni, nell’imminenza dello sbarco fu inviato
               a Tripoli il capitano Pietro Verri, con la copertura di funzionario del servizio postale. Giuntovi
               il 21 settembre 1911, iniziò la sua attività inviando a Roma diversi dispacci informativi fino al
               giorno del suo decesso, avvenuto in combattimento il 26 ottobre 1911.
               Nel dicembre successivo fu costituito l’Ufficio Politico Militare che ebbe compiti di: informa-
               zioni e sorveglianza sullo spionaggio nemico; studio del terreno; trattative coi i capi ribelli; rela-
               zioni con le popolazioni indigene; spoglio ed ordinamento dell’archivio turco catturato a Tripoli;
               costituzione di milizie indigene; assunzione in servizio di interpreti.  L’Ufficio Politico Militare
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               era autorizzato ad avvalersi degli ufficiali aerostieri ed aviatori per lo svolgimento di ricognizio-
               ni aeree. Il generale Tommaso Salsa, Capo dell’Ufficio, dettava anche le linee di comportamento
               e le relazioni da stabilirsi coi capi tribù locali, spettando a detto ufficio «di comunicare ai coman-
               di di truppa l’indirizzo politico stabilito dal Governatore e l’atteggiamento verso le popolazioni
               da far osservare alle truppe.»
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               La sezione dell’Ufficio Politico Militare addetta al servizio delle informazioni si valeva degli
               ufficiali informatori dei comandi di truppe fino a livello di reggimento, i quali impiegavano
               emissari indigeni allo scopo anche di ottenere informazioni « dagli abitanti, specialmente nei
               mercati e nei caffè, dai militari, da gente che arriva da fuori, in occasione di marce, di operazio-
               ni, ecc.». Le norme per gli ufficiali informatori suggerivano che la loro attenzione fosse rivolta
               «specialmente a raccogliere notizie sulle forze e la dislocazione del nemico, la situazione politi-
               ca, i depositi d’ogni genere del nemico, le risorse locali, specialmente quelle relative alle acque
               ed alla legna, la rete stradale, ecc.»
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               L’affare redL
               Tra il 1910 ed il 1913 si ottennero, con un esemplare azione di spionaggio, documenti della mas-
               sima riservatezza provenienti dallo stato maggiore austro-ungarico, incluso il piano di guerra
               del generale Conrad del 1909. Si trattava della memoria (dattiloscritta nell’originale) sulle varie
               ipotesi di guerra della Monarchia austro-ungarica e sullo schieramento delle forze nelle diverse
               ipotesi, composta da 23 fotografie ricevute nel dicembre 1910. Il documento, tradotto nello stes-
               so mese, venne riprodotto in otto copie destinate una al Sovrano, una al Capo di Stato Maggiore
               dell’Esercito, due allo Scacchiere Orientale e quattro ai comandi designati d’armata (figura 3.1)
               Fu questo il più importante successo, fino ad oggi quasi sottaciuto, del servizio informazioni
               militare italiano nei primi anni della sua storia.
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               4   Filippo Cappellano, Il servizio informazioni italiano e la preparazione alla campagna di Libia 1911-1912, «Bollettino
               dell’archivio dell’Ufficio Storico» n. 23-24, SME, Roma, gennaio – dicembre 2012, pp. 273-299.
               5   Relazione sulla campagna di Libia (ottobre 1911 – agosto 1912). Memoria 6ª, Ufficio Politico Militare, AUSSME, fondo
               L-8 Libia, busta 132.
               6   Ordine del giorno n. 47 in data 16 dicembre 1911, Comando della piazza di Tripoli: Ufficio Politico-Militare; Ufficio
               Affari Civili, Comando del corpo di spedizione in Tripolitania e Cirenaica, AUSSME, fondo L-8 Libia, busta 128.
               7   Circolare n. 123 in data 27 dicembre 1911, Norme per i signori ufficiali informatori, Comando del corpo di spedizione in
               Tripolitania e Cirenaica – Ufficio Politico-Militare, AUSSME, fondo L-8 Libia, busta 134. La circolare, inoltre, dava indi-
               cazioni di comportamento su: scelta ed impiego degli informatori, modo di dare loro incarichi e di interrogarli, compensi
               e trasmissione dei rapporti.
               8   Odoardo Marchetti accenna in poche righe (p. 23, op. cit.) al caso Redl, senza dargli la dovuta importanza. Più informato
               risulta Gatti che ascoltò a riguardo il gen. Garruccio: «Nel 1912 avemmo la fortuna di mettere le mani sul col. Redl, di S.M.
               austriaco, omosessuale, pieno di debiti, che ci diede molti documenti. Con noi fu d’una perfetta correttezza: ed ebbe, al
               massimo, 60.000 corone. […] Ci diede i documenti della mobilitazione austriaca» (Angelo Gatti, Caporetto. Dal diario di
               guerra inedito (maggio-dicembre 1917), il Mulino, Bologna, 1964, p. 159).


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